da Umag, Cristian Sonzogni
foto Ray GiubiloIl
tennis è uno sport fatto di piccole e grandi sensazioni, in cui i
dettagli
a volte sono essenziali
da Umag, Cristian Sonzogni
foto Ray Giubilo
Il
tennis è uno sport fatto di piccole e grandi sensazioni, in cui i
dettagli
a volte sono essenziali. Ecco perché quasi tutti i giocatori hanno un
torneo
a cui sono particolarmente legati. Per Filippo Volandri questo
torneo
è quello di Umag, Istria, Croazia, a due passi da
Trieste. Per Filo,
che qui ha raccolto due finali e due semifinali (l’ultima lo scorso anno
in un momento nero per lui), l’esordio è stato decisamente morbido
di
fronte al ceco Lukas Dlouhy, estroso ma spesso incapace di dare
continuità
di rendimento al suo tennis, soprattutto sul rosso. Così l’unico
problema
del match è stata una grandinata improvvisa e violenta che si è
abbattuta
sui due (e sul pubblico) sull’1-1, 30-30 del primo set. Il tempo di far
asciugare i campi, poi la ripresa, e si è capito subito che Dlouhy
avrebbe
faticato considerato che è riuscito a perdere un game in cui ha mostrato
almeno quattro numeri da circo con altrettanti punti vincenti. Dal canto
suo il livornese è rimasto concentrato, sapeva che il ceco non sarebbe
andato avanti a lungo, e così è stato. Dal 2-2 il Nostro ha
incamerato
quattro game di fila, e pure nel secondo la musica non è cambiata,
nonostante
quattro tifosi cechi che in tribuna facevano di tutto per incitare il loro
giocatore: 6-2, 6-1 il risultato di un match senza storia, con Volandri,
va detto, particolarmente centrato e in ottime condizioni atletiche.
Il tabellone di Filippo è incoraggiante,
perché adesso invece del temibile Serra trova il tedesco Zverev, ed
eventualmente
nei quarti Pavel o Haase. Zverev ha dominato Serra al termine
di
una partita brutta ma condizionata dal vento e dalle condizioni di gioco
molto rapide, come spesso accade sui campi laterali di Umag che appoggiano
sulla spiaggia, praticamente senza protezioni. Ljubo ha perso un match
difficile contro il rumeno Pavel, che a tratti mostra ancora il suo splendido
rovescio ma complessivamente è comunque meno incisivo di qualche anno fa.
Infine, il giovane olandese Haase, che ha un buon braccio ma spesso si
perde, ha spento al terzo le speranze di Felix Mantilla, in uno dei migliori
incontri delle prime due giornate.
Il
torneo ha già perduto per strada il numero 2 del seeding
Davydenko,
battuto dal francese Simon in tre set, così come l’ex campione di
Parigi
Gaston Gaudio, dominato dal giocatore monocolpo per eccellenza, Ruben Ramirez
Hidalgo. Ko anche il vincitore della passata edizione Wawrinka, che contro
Moya ha raccolto 5 game pagando le fatiche della scorsa settimana, e il
serbo Tipsarevic, costretto al ritiro dopo appena due game di fronte a
Hanescu. Avanzano gli altri protagonisti: Djokovic (4 giochi concessi a
Andujar), Ferrer e Canas.
Due curiosità dal doppio, con due coppie
anomale in campo. La prima è quella tutta azzurra formata da Filippo
Volandri
e Pietro Fanucci, figlio del coach del livornese, che sta
tentando
l’approccio con il mondo dei pro: hanno perso, ma in maniera del tutto
onorevole, contro Hanescu e Scherrer che non sono affatto male: 6-3 7-5
il risultato. La seconda è quella formata da Novak e Marko
Djokovic:
il primo lo conoscono tutti, il secondo è il fratello minore, ha solo 15
anni ma ha già fatto vedere di essere sulla buona strada per emulare
Nole.
I due erano avanti 5-1 contro Roger Vasselin e Montcourt, prima di essere
ripresi e superati di slancio dai francesi. Divertenti alcune scene tra
i due fratelli serbi, con Marko che spesso si lamentava degli errori a
rete del fratello allargando platealmente le braccia sconsolato… D’altra
parte la personalità è insita nel Dna di famiglia.
Ogni anno il luna park del tennis,
come può essere considerato questo torneo di Umag, riapre i battenti con
qualche novità e con qualche miglioramento. Quest’anno è
stata ampliata
la sala stampa, ed è stata allargata la zona concerti dove ogni sera
prende
forma una mega discoteca a cielo aperto. Si mantiene come al solito
l’ospitalità
offerta ai giocatori, che non a caso qui tornano sempre molto volentieri.
E stavolta ha rischiato di esserci anche Rafa Nadal, che pare avesse
accettato una wild card prima di doversi tirare indietro per il problema
fisico accusato a Stoccarda.
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