da Umag, Cristian Sonzogni
foto Ray GiubiloFilippo
Volandri è a un passo dalla sua quinta semifinale
consecutiva nel
torneo di Umag
da Umag, Cristian Sonzogni
foto Ray Giubilo
Filippo
Volandri è a un passo dalla sua quinta semifinale
consecutiva nel
torneo di Umag. Il livornese è venuto fuori negli ottavi da un match
più
duro del previsto contro il tedesco di origini russe Misha Zverev. Un giocatore,
questo Zverev, che rappresenta un caso più unico che raro perché
proprio
nel passaggio dal tennis junior a quello dei pro ha modificato il suo gioco
fino a diventare un seguace del serve&volley, che non pratica sempre
ma che mette in atto con una certa regolarità e con ottimi risultati.
Filo
ha giocato bene, ha anche risposto con continuità e alla fine proprio i
suoi colpi di sbarramento, risposta e passante, hanno fatto la differenza.
Però se l’è vista brutta il pupillo di Fanucci: sotto 6-5
con break nel
primo set, l’azzurro ha giocato il miglior game dell’incontro per
issarsi
al tie-break, vinto piuttosto nettamente e con buona autorità. Nel
secondo
il Nostro è salito due volte avanti di un break, sull’1-0 e sul
3-2, ma
Zverev non ha mai mollato e ha retto fino al dodicesimo gioco prima di
cedere. “Pensavo che l’altro sbagliasse di più da fondo
– ha spiegato
Fanucci a fine partita – invece è uno molto difficile da
affrontare, che
tiene bene e quando viene avanti dà parecchio fastidio”. “Ho
giocato
un match solido – gli fa eco Filippo – e del resto ce n’era
bisogno
perché Zverev sta crescendo e si esprime bene anche sulla terra”.
Ora nei quarti per il toscano c’è Andrei
Pavel, uscito bene da una partita non semplice contro il giovane
olandese
Haase, forse ancora un po’ acerbo per il circuito Atp ma di cui sentiremo
senz’altro parlare a alti livelli: un braccio così non può
passare inosservato.
Non ha avuto particolari problemi nel match che ha chiuso il programma
uno che questo torneo lo ha praticamente promosso a sua seconda casa: Carlos
Moya ha dominato a tratti in maniera imbarazzante il connazionale Pere
Riba, che nelle qualificazioni aveva estromesso Gianluca Naso. Infine,
la sfida più equilibrata della giornata ha promosso un altro iberico,
David
Ferrer, capace di rimontare un Acasuso in giornata di grazia per un set
e mezzo, uscendo poi nettamente alla distanza. Visti giocare tutti gli
otto rimasti in gara, si può dire che proprio Ferrer è a questo
punto il
maggiore indiziato per il titolo: ci vorrà un Moya doc per tenergli testa
nei quarti, e non è detto che basti.
Intanto qui a Umag, nonostante siano in
molti a pensare che i giocatori sfruttino il torneo come una sorta di vacanza,
c’è chi ne approfitta per allenarsi in vista dei prossimi
appuntamenti,
nonostante sia stato già eliminato. In particolare impressionano
Ljubicic
e Davydenko, che proprio negli orari più caldi, dalle 11 alle
14, si
possono trovare sui campi laterali con durissime sedute di lavoro. Sedute
che attirano molti curiosi, appassionati o semplici turisti. Si è rivisto
in Croazia David Prinosil, ex giocatore tedesco di buon
livello,
soprattutto sul rapido, che adesso allena Lukas Dlouhy, battuto al primo
turno del singolare dal nostro Volandri ma ancora in gara in doppio insieme
a Mertinak. “Lukas – ci ha spiegato a proposito del suo giocatore
–
è in grado di esprimere un tennis eccezionale ma ancora non se ne rende
del tutto conto… Così gli capita spesso di avere delle pause e di
lasciare
che il suo avversario prenda un vantaggio che poi diventa irrecuperabile.
Ma stiamo lavorando per fare in modo che ciò accada sempre di
meno”.
Altri volti noti sono venuti a fare visita
al torneo, in particolare due croati dall’illustre passato: il primo
è
Niki Pilic, che qui ha anche aperto una succursale della sua
scuola
tennis che pare funzioni molto bene. La seconda è Iva Majoli, ex
campionessa di Parigi, apparsa in formissima ora che il tennis giocato
è solo un ricordo.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...