Da Umag, Cristian Sonzogni
Potito Starace ha battuto l’argentino Chela conquistando così la terza finale della sua carriera dopo quelle di Valencia e di Kitzbuhel nel 2007. Poteva chiudere prima il campano, se avesse trasformato un vantaggio di 5-2 (ma con un solo break) nel primo parziale. A quel punto Chela ha avuto l’unico sussulto del suo incontro, rimontando fino al 5-5 e tenendo costantemente sotto pressione il numero 2 d’Italia, prendendo molti rischi e imponendosi poi al tie-break con pieno merito. Potito è stato bravo a mantenere la concentrazione nei primi game del secondo set, che potevano essere decisivi per indirizzare subito il confronto dalla parte del sudamericano. L’azzurro è volato nuovamente sul 5-2, ma stavolta con un margine di due break, uno lo ha perso ma sul 5-3 ha strappato di nuovo la battuta all’argentino per il 6-3. L’inerzia del confronto nel terzo era tutta per l’italiano, mentre Chela calava molto di intensità sia al servizio sia nei colpi da fondo. Ottenuto il primo break, Potito, molto solido e con una buona percentuale di realizzazione nelle palle corte, è andato sul velluto (come dimostra il parziale finale di 29 punti a 17), pur con un momento di paura sul 4-2 e 0-30. Dopo 2 ore e 27 minuti, Starace ha chiuso dunque per 6-7 6-3 6-2 alzando un braccio al cielo per ricordare l’amico Federico Luzzi (“c’è sempre un pensiero per lui” ha detto Potito), e domani proverà a dare la caccia al primo titolo Atp della carriera. Intanto, questa finale gli permette di conquistare 150 punti Atp, che gli faranno fare un bel salto nel ranking. Da qui a fine anno, Potito deve difendere solo due finali Challenger, a San Marino e nella sua Napoli.
“E’ stato un match difficile – ha confermato Starace – soprattutto dopo aver perso il primo set. Ma sono andato in crescendo, ho tentato di fare qualcosa di diverso e alla fine ho giocato davvero bene. Come del resto per tutta la settimana. E’ vero, ho sempre detto che a Umag c’erano condizioni che non mi piacevano, e invece è andata così: il tennis è strano…”. E’ la terza finale della carriera per Potito dopo Kitzbuhel e Valencia: “Non so come sarà questa, non so se è la mia settimana. So solo che da un paio di mesi a questa parte sto giocando un buon tennis, e al di là del mio avversario so di avere le mie chance”. Ma questo Starace così continuo può avere le carte in regola per puntare anche ad un grande torneo? “Io lo spero sempre, credo di avere ancora delle cartucce da sparare, ci credo molto e lavoro per questo”. In chiusura una nota di scaramanzia: “Non sento Rianna dalla scorsa settimana. Ogni giorno mi manda lo stesso sms: ‘Continua a lottare, avanti così’”.
Purtroppo non ci sarà quella finale tutta italiana che in una prova Atp manca dal 1988 (Firenze, Claudio Panatta contro Narducci). Andreas Seppi ha fatto quello che ha potuto ma si è trovato di fronte un Ferrero in gran spolvero (come del resto già lo si era visto con Dolgopolov), che ha dettato spesso il ritmo da fondo e ha concesso pochissimo all’italiano. E’ finita 6-4 6-2, ma per Andreas questo di Umag resta comunque un ottimo torneo, con un’altra semifinale che bissa quella della settimana precedente ad Amburgo.