da Umag, Cristian SonzogniLa finale
E’
finita come le altre quattro volte, con Carlos Moya che
abbraccia
il direttore del torneo Slavko Rasberger
da Umag, Cristian Sonzogni
La finale
E’
finita come le altre quattro volte, con Carlos Moya che
abbraccia
il direttore del torneo Slavko Rasberger. L’iberico aveva vinto per la
prima volta a Umag 11 anni fa, era il 1996 e fu Felix Mantilla cedere in
finale. Poi la tripletta tra il 2001 e il 2003, un’altra finale persa
da Coria nel 2005 e ora il pokerissimo. Una finale che si è messa subito
bene per il bel Carlos, capace di tenere a bada un Pavel in buone condizioni
ma troppo discontinuo rispetto alle precedenti partite. Primo break al
nono gioco, poi tutto in discesa per il maiorchino, che ha chiuso 6-4,
6-2 dando poche chance di rientrare al rivale, tornato comunque competitivo
ad altissimi livelli. Per Moya, oltre al quinto titolo allo Stella Maris,
c’è il 43° match incamerato in Istria e il 20° centro
della carriera.
Una carriera che, a giudicare dal gioco espresso durante la settimana,
pare ancora lontana dalla conclusione.
Le semifinali
Car
los
Moya rinasce a Umag, ogni estate, puntuale. Contro Ferrer il bel
Carlos,
42 partite vinte in Istria, era stato fortunato per la scarsa vena del
rivale. Con Canas ha impressionato giocando, a suo dire, “la miglior
partita
di sempre in questo torneo”. Così sarà lui a contendere il
titolo al rumeno
Andrei Pavel, uscito agevolmente dall’altra semifinale con
Troicki.
Il serbo era probabilmente già appagato per il risultato, il più
importante
della carriera, ottenuto a spese di Djokovic e Berlocq, e di fronte a Pavel
non è mai riuscito a entrare davvero nel match. E’finita con un
periodico
6-3 a favore del rumeno, che comunque ha dimostrato che i successi su Ljubicic
e Volandri non sono stati casuali, e il suo ritorno ai livelli che gli
competono nel ranking è ormai ad un passo. Come detto, nella semifinale
serale che ha visto il tutto esaurito sugli spalti della
‘conchiglia’,
il Centrale dello Stella Maris, Moya ha dominato Canas al punto che verso
la fine del secondo set l’argentino è parso quasi rinunciatario,
un atteggiamento
che di certo non gli si vede spesso e non gli appartiene. Era talmente
centrato e lucido, l’iberico, da giocare un tennis molto aggressivo a
tutto campo senza mai rinunciare a tenere in mano il pallino del gioco.
Così si sono viste palle corte, accelerazioni da fondo e discese a rete,
e quelle poche volte nelle quali Canas è riuscito a venire avanti
è stato
trafitto da puntuali passanti. “E’ incredibile come ho giocato – ha
ammesso
lo spagnolo -, nemmeno quando ero numero 1 al mondo mi esprimevo così.
Evidentemente Umag mi porta davvero bene”.
Il torneo istriano diretto dal vulcanico
Slavko Rasberger avrà dunque una finale degna del suo
albo d’oro,
nonostante i tanti ko illustri che avevano caratterizzato le giornate
precedenti.
Uscite che peraltro non hanno condizionato la presenza del pubblico. Nella
giornata di sabato era davvero difficile muoversi all’interno del
villaggio
che ospita l’evento, a causa degli oltre cinquemila appassionati che si
mischiavano ai turisti e ai curiosi. E per la finale andrà in scena il
bis. Un dato da rimarcare che rende merito merito ad un’organizzazione
con pochi eguali al mondo, è rappresentato dal fatto che almeno la
metà
dei match dei tabelloni di singolo e doppio sono gratuiti. Ebbene si, si
può entrare nel complesso senza biglietto (anche perché sarebbe
impossibile
controllare tutti gli accessi dal mare…) e vedersi tranquillamente gli
incontri dei campi laterali, grand stand compreso.
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