Dodici anni il prossimo dodici marzo, figlia di un ex cestista, la giovanissima tennista italo-americana si è già messa in evidenza nel torneo internazionale under-12 di Auray. «Con lei ho lavorato sulla tecnica come con Jannik», racconta il coach di Sinner

Tyra Caterina Grant brucia le tappe sotto l’egida del Piatti Tennis Center. Dodici anni il prossimo 12 marzo, l’italo-americana ha iniziato il suo promettente percorso di crescita certificato dalla finale nel torneo internazionale di Auray, in Francia, uno dei più importanti eventi della categoria under 12. Figlia di un ex cestista di Serie A (Tyrone, in attività tra 2000 e 2010), Tyra ha messo in riga sette avversarie partendo dalle qualificazioni prima di arrendersi alla britannica Hannah Klugman. « Tyra ha una personalità forte, ideale per una giocatrice di tennis: è una ragazzina davvero interessante – racconta proprio Riccardo Piatti, spiegando le analogie con il progetto Jannik Sinner – Con entrambi abbiamo lavorato tanto sulla tecnica, e con Tyra ancor di più visto che ha iniziato prima ad allenarsi qui. In tenera età non è importante il risultato, ma lo sviluppo. In attesa della crescita fisica bisogna lavorare sul gioco, partendo dalla tecnica e poi dalla tattica. Con lei siamo riusciti a farlo come piace a noi».

A seguire Grant è uno staff di assoluto livello: «l‘head coach è Giulia Bruschi, ma la nostra filosofia è che tutti gli insegnanti siano presenti nel percorso degli atleti. Per questo ci sono anche altri maestri che lavorano con lei; c’è Dalibor Sirola per la preparazione atletica e c’è Claudio Zimaglia come fisioterapista (gli stessi di Sinner, ndr). Tutti devono avere gli occhi aperti su ogni ragazzo», ha concluso Piatti ribadendo la filosofia della sua accademia.