Fervono i preparativi per i Championships. Un Djokovic fiducioso cerca la doppietta Slam – Olimpiadi. Meno ottimista la Kvitova…

Da Wimbledon, Alessandro Terziani – foto Alessandro Terziani


Vento, pioggia, freddo. Anche il clima ci fa capire che stanno per iniziare i 126esimi Championships. A Wimbledon, il giorno della vigilia, l'atmosfera è surreale. Non ci sono i 40.000 spettatori che da domani affolleranno ogni angolo del Club, ma da ogni dove giungono gli addetti ai lavori, ognuno con il proprio appendiabiti che custodisce l'immacolata uniforme da lavoro. Si fanno le ultime prove, si danno gli ultimi ritocchi ai campi di un verde purissimo. Sono invece 'sold out' gli adiacenti campi di Aorangi Park utilizzati dai giocatori per gli allenamenti. Per molti l'ultima rifinitura prima dell'esordio di domani. Anche nella Press Room i colleghi arrivano alla spicciolata. 'Hi, Ola, Ciao.' Con alcuni ci rivediamo dopo un anno, con altri ci eravamo visti a Melbourne o a Roma. Il tempo di un saluto ed è il momento della tradizionale intervista ai campioni uscenti.

Si presenta un Novak Djokovic molto rilassato e prolisso. In sintesi, al di là delle solite domande e risposte banali, ha espresso i seguenti concetti:

  • Ci vorrebbe almeno una settimana in più tra il Roland Garros e Wimbledon, il passaggio dalla lunga stagione sulla superficie più lenta a quella più veloce richiede un maggiore tempo di adattamento. Questo è un problema che riguarda soprattutto i top players che a Parigi raggiungono la seconda settimana.

  • Dopo la vittoria dello scorso anno sono molto confidente di potermi ripetere anche quest'anno. La seconda settimana, sui campi principali, l'erba si fa più rada, i rimbalzi più alti ed un giocatore con le mie caratteristiche si trova sempre più a suo agio.

  • Sono molto eccitato nel poter giocare qui le Olimpiadi, la più importante competizione sportiva. In uno sport così individuale come il tennis, rappresentare il mio paese, così come in Coppa Davis, mi esalta.

  • Non sono particolarmente deluso dall'aver fallito, per poco, il Career Grand Slam. In fondo ho solo 25 anni ed a Parigi ho raggiunto per la prima volta la finale.

  • Da Federer e Nadal ho imparato molto, sia vedendoli giocare che giocandoci contro. Ho dovuto lavorare molto per raggiungere il loro livello.

Petra Kvitova, dai toni piuttosto dimessi, non è sembrata al top della fiducia:

  • Purtroppo, sono uscita presto ad Eastbourne e non mi sono potuta preparare al meglio.

  • Spero di non sentire troppo la pressione di dover difendere il titolo. Tutte le giocatrici giocheranno al massimo contro di me.