Nel millesimo match in carriera, lo spagnolo incassa un 6-0 da Philipp Kohlschreiber, ma si riprende in tempo e vince per l'822esima volta. Il tabellone gli è amico: niente Dimitrov e niente Milos Raonic, costretto al forfait per un problema al ginocchio. “Tornerò solo quando sarò al 100%” dice il canadese.

 

Senza l'incubo Federer nella sua zona di tabellone, Rafael Nadal non può permettersi di steccare al Miami Open, uno dei tre Masters 1000 che non ha mai vinto (gli altri sono Shanghai e Parigi Bercy). Il maiorchino ha messo in campo tutte le sue qualità per rimediare un match partito malissimo contro Philipp Kohlschreiber. Capita raramente che Rafa incassi un 6-0: stavolta è successo, per la quattordicesima volta nella sua carriera, ma l'ha ugualmente sfangata dopo aver abbandonato il campo al termine di 25 minuti da incubo. A dire il vero, da quando ha brekkato il tedesco nel sesto game del secondo set, Rafa ha preso il largo e non ha mai rischiato di perdere. Per lui è la 13esima vittoria in 14 scontri diretti (l'unica sconfitta risale ad Halle 2012), ma soprattutto non poteva macchiare con un KO il match numero 1000 in carriera. L'ATP ci ha informato, infatti, che lo spagnolo è l'undicesimo giocatore ad aver raggiunto la soglia, terzo tra quelli in attività (prima di lui c'erano arrivati Roger Federer e David Ferrer). “E' stata una bella sensazione recuperare questo match – ha detto Nadal – lui stava facendo tutto bene, però ho giocato un gran secondo e terzo set”. A Miami, Rafa gode di un vivo sostegno: come è noto, c'è una folta comunità di “latinos”, nonché tanti spettatori provenienti da paesi di lingua spagnola. Anche il tifo ha avuto un ruolo importante in questo match: quando ha agitato il pugno in avvio di secondo set, ha stimolato il pubblico che si è esibito in cori da stadio, incitandolo con un vivace “Let's go Rafa!”.

I GUAI DI MILOS RAONIC
Reduce dalla vittoria numero 822 nel tour, adesso troverà il francese Nicolas Mahut, emerso dallo spicchio che avrebbe dovuto essere di Grigor Dimitrov: la sconfitta del bulgaro contro Guido Pella ha dato una mano ulteriore a Nadal. Come se non bastasse, si è autoeliminato anche Milos Raonic. Il canadese non ha pace: già costretto a saltare Indian Wells, si è ritirato prima di scendere in campo contro Jared Donaldson per un problema al tendine del ginocchio. “Si tratta di un ritiro collegato all'infortunio avuto un mese fa a Delray Beach – ha detto – le cose sono andate sempre peggio dopo il primo turno e l'allenamento di ieri. A quel punto, scendere in campo sarebbe stato un rischio. I miei obiettivi sono cambiati: prima pensavo di rientrare appena fossi stato pronto, mentre adesso aspetterò di essere al 100%. Potranno passare due settimane, o magari di più”. A questo punto, Nadal è decisamente il favorito per un posto in finale nella parte bassa del tabellone, anche se la classifica è dalla parte di Kei Nishikori, suo potenziale avversario in semifinale. In avvio di giornata, il giapponese ha avuto bisogno di una maratona per battere Fernando Verdasco. Dopo due set di battaglia, tuttavia, lo spagnolo ha finito la benzina e si è arreso col punteggio di 7-6 6-7 6-1. “Peccato per aver sciupato un break di vantaggio sia nel primo che nel secondo set – ha detto Nishikori – però nel terzo non ho mai perso la concentrazione. Non è stato facile, ma adesso ho un giorno di riposo e quindi dovrei riprendermi per il prossimo match”. Finalista lo scorso anno, superato solo da un inarrivabile Djokovic, adesso sfiderà Federico Delbonis. In quella zona, Fabio Fognini può permettersi qualche suggestione.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – IL TABELLONE