US OPEN – Il bolognese è il protagonista della prima giornata. La vittoria su Vasek Pospisil apre scenari interessanti, non solo per questo torneo. Buon successo della Errani.amente”.
Di Riccardo Bisti – 26 agosto 2014
Vincere una partita in uno Slam è molto bello. Vincerla da sfavorito lo è ancora di più. Quel teschio lì, simbolo del suo nuovo sponsor tecnico, sta dando a Simone Bolelli quel mordente che aveva smarrito per 3-4 anni, nei meandri di una crisi senza fine. Ma stavolta ha fatto di più: non c’era un solo motivo, razionale, per sperare che il bolognese battesse Vasek Pospisil. Non perchè non ne ha le capacità (e ci mancherebbe!), ma perchè le sensazioni dell’ultimo mese erano tutte a favore del canadese. Aveva raggiunto la finale all’ATP 500 di Washington e aveva scippato un set a Roger Federer a Cincinnati. Da parte sua, Simone ha ritrovato il cemento dopo moltissimo tempo. “Ho provato la scorsa settimana a Winston Salem e facevo fatica” ha ammesso dopo le 2 ore e 53 minuti che gli hanno dato un successo d’oro, sigillato con un ace. Lo score recita 2-6 6-4 6-2 3-6 6-3. Nel catino del Campo 5, novità “televisiva” del 2014, Simone è piaciuto soprattutto in risposta. Pospisil serve bene, ma l’azzurro ha mostrato percentuali quasi inedite in questo fondamentale, storico tallone d’achille. Ma la fiducia fa miracoli. E la fiducia, Bolelli, se l’è costruita con quattro vittorie challenger e le ottime prestazioni a Roland Garros e Wimbledon. Ha iniziato la stagione fuori dal numero 300 ATP, ha rischiato di rimanere senza punti. Adesso è numero 85, con la gioiosa prospettiva di giocare senza punti da difendere fino a febbraio. “Ho giocato molto bene nel secondo e nel terzo set, peccato per aver subìto il break in apertura di quarto. Non l’ho ripreso perchè lui non mi ha dato chance. Alla fine eravamo entrambi stanchi, la partita si è decisa su un paio di punti”. Frase fatta ma vera. Ed è vero che “quel paio di punti”, fino a qualche tempo fa, difficilmente li vinceva. Adesso batte un top-50, da sfavorito, e guarda al futuro forte delle “buone sensazioni” provate in questo match.
L’IMBARAZZO DI BARAZZA
Gli serviranno già al secondo turno contro Tommy Robredo, l’eterno spagnolo che lo scorso anno centrò addirittura i quarti, con tanto di vittoria su Roger Federer in una surreale nottata sul Louis Armstrong. I precedenti sono 2-2 e fanno ben sperare. Non hanno mai giocato sul cemento all’aperto, con Bolelli avanti 2-1 sulla terra e Robredo che ha vinto a Rotterdam, su un campo indoor. Ma era il 2007, una vita fa. L’impressione è che il Decoturf possa dare una mano a Simone, la cui palla è più pesante. Se tiene una buona percentuale di prime palle (con Pospisil si è assestato sul 60%), può martellare Robredo sul rovescio, colpo in cui lo spagnolo è un po’ macchinoso. Simone ha una qualità importante, spesso mascherata dal suo atteggiamento composto ed educato: sa vincere le partite, anche contro i più forti. Nei momenti importanti fa spesso la scelta giusta e se si presenta l’occasione, beh, spesso la sfrutta. Il recupero di Bolelli farà piacere a Corrado Barazzutti, che si ritrova con un “problema” in più in vista della semifinale di Davis a Ginevra. Difficile escludere a priori questo Bolelli anche dal singolare. Parlando con il diplomatico “Barazza”, l’impressione (ma è solo un’impressione!) è che abbia ancora intenzione di puntare su Seppi. Ma lo Us Open potrebbe cambiare le carte in tavola, soprattutto se i due dovessero trovarsi al terzo turno…e magari dovesse vincere il bolognese. Siamo andati troppo in là, ma un clamoroso derby non è da escludere. Di Simone abbiamo detto, così come di Andreas contro Kyrgios. Era da circa 3 anni, dal declino di Potito Starace, che Barazzutti non aveva problemi d’abbondanza per il singolare. Sarà importante gestirla al meglio.
SARITA RITROVA IL SORRISO
In campo femminile, questi problemi non si presenteranno fino al 2015. Ma non c’è dubbio che Sara Errani farà parte del team che sfiderà la Francia al 105 Stadium di Genova. La romagnola ha cancellato la delusione per la sconfitta di Camila Giorgi battendo Kirsten Flipkens con un netto 6-1 7-5. E’ un successo molto importante perchè arriva dopo un periodo complicato, il peggiore del 2014, almeno sul piano dei risultati. Sotto 5-2 nel secondo (con doppio break), ha cancellato tre setpoint e ha chiuso in bellezza con un pallonetto vincente. Lo scorso anno, dopo la sconfitta con Flavia Pennetta, era quasi disperata. Adesso può tornare a vedere lo Us Open come il torneo dove ha riportato l’Italia in semifinale dopo 82 anni. Difficilmente andrà così avanti, ma il secondo turno contro la Rodionova è tutt’altro che impossibile. New York è una grande occasione per mettere fieno in cascina in vista del ranking di fine anno. Qualificarsi per Singapore è quasi impossibile, ma restare vicino alle top-10 è più che fattibile. E poi c’è l’entusiasmante battaglia con Flavia Pennetta per la leadership nazionale. Le dirette interessate non lo diranno mai, ma quando il divario è di appena 200 punti (2366 per la Errani, 2148 per la Pennetta alla vigilia del torneo), la sfida è inevitabile.
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