Evidentemente Strasburgo porta fortuna a Caroline Garcia. A maggio ci ha vinto il secondo titolo WTA in carriera, ed è proprio da dipartimento del Basso Reno che ora prova a tener viva la sua Francia nella finale di Fed Cup, sull’1-1 dopo la prima giornata. La speranza sembrava molto flebile, quasi pari – secondo lo stesso sito della manifestazione – a quella del Leicester di conquistare la Premier League, di Monica Puig di prendersi l’Oro Olimpico o dei Chicago Cubs di vincere il campionato di baseball dopo oltre 100 anni. Ma le imprese sportive succedono, e il messaggio passato nella prima giornata sul cemento della Rhenus Sport Arena è che lei vuole provare ad aggiungerne un’altra al libro del 2016. Solo così ha potuto confezionare una delle migliori vittorie della sua stagione, e anche della sua carriera se si considera il valore del match, battendo per 7-6 6-3 una Petra Kvitova che – onestamente – sembrava difficile da contrastare. La ceca si è presentata in Francia con in tasca il titolo al Master B di Zhuhai e 16 successi negli ultimi 18 match, ma ha fallito uno dei più importanti, arrendendosi a un’avversaria che l’ha affrontata a viso aperto e col suo stesso stile: tanta potenza, pochi scambi, e ancor meno timore. Dopotutto, se c’è una cosa sulla quale non ci sono dubbi, è che la francese giochi un gran bel tennis. Non è una novità, tutt’altro. Come dimenticare il famoso tweet di Andy Murray al Roland Garros del 2011. Sorpreso dal trovarla avanti per 6-1 4-1 contro Maria Sharapova, lo scozzese sentenziò: “diventerà numero 1”. Involontariamente le ha gettato addosso un mare di pressione, che “Caro” ha faticato a gestire e dimenticare, ma è indubbio che quando tutto funziona a dovere il suo tennis vale molto più dell’attuale 23esima posizione, peraltro la migliore mai raggiunta in carriera.
CARATTERE, DETERMINAZIONE E… TENNIS
I circa 6.000 presenti sugli spalti, ancora “scottati” dalla gioia sfiorata nel primo singolare, l’hanno aiutata a tirare fuori il carattere nei momenti decisivi: come quando ha ribaltato un tie-break del primo set che sembrava passato alla Kvitova con la splendida bomba di rovescio che le ha dato il 4-3, e invece ha premiato la francese per 8-6. Oppure nel secondo set, aperto dalla Kvitova con un break ma presto diventato un show di “Caro”, via via sempre più incisiva con la risposta, che l’ha aiutata a togliere a Petra un sacco di certezze. Prima ha recuperato lo svantaggio, poi ha piazzato un secondo break volando sul 4-1, e ne ha addirittura rischiato un terzo di fila. Invece ha mancato quattro palle-break e ha accusato il colpo, finendo per cedere due game di fila, ma il passaggio a vuoto è durato ben poco. Un nuovo break l’ha spedita a servire per il match, e l’ennesima battaglia di nervi le ha dato ragione, dopo un match-point cancellato alla grande dalla ceca ma anche due palle-break annullate in maniera esemplare: prima servizio e diritto, poi servizio e basta, con il secondo ace del match nel momento più prezioso. Lì si è capito che non avrebbe più perso, sensazione diventata realtà due punti più in là, quando una sua palla “sporca” ha ingannato l’avversaria, obbligandola all’errore che le è costato il match. Volendo allargare lo sguardo all’intera contesa, è corretto che la Francia si trovi (almeno) sull’1-1, visto che in precedenza Kiki Mladenovic e Karolina Pliskova avevano dato vita a un match incredibile e interminabile, che avrebbero entrambe meritato allo stesso modo.
KIKI DÀ TUTTO, MA VINCE LA PLISKOVA
In apertura di giornata è finita 6-3 4-6 16-14 per la ceca, dopo 3 ore e 48 minuti stracolme di emozioni, e pure un paio record sfiorati. In primis quello per il match più lungo nella storia della competizione, le 4 ore di febbraio fra Hogenkamp e Kuznetsova in Russia, mancate per appena 12 minuti. Quindi il terzo set più lungo di sempre, col 17-15 fra Nathalie Tauziat (premiata proprio oggi con l’Award of Excellence) e Naoko Sawamatsu rimasto a un solo turno di servizio, l’ultimo. Se la Mladenovic l’avesse tenuto, avrebbero almeno eguagliato quel record, di un match che negli annali risulta anche il più lungo di sempre in termini di game disputati, 54. Invece Pliskova-Mladenovic resta al terzo posto, anche se il pathos è di quelli che su un campo da tennis si vede raramente. Merito delle due protagoniste, ma anche di una Amelie Mauresmo che avrebbe pagato per poter scendere in campo al posto della sua giocatrice. L’ex numero 1 del mondo era carica come una molla: ha tirato addirittura degli urlacci per caricare il pubblico, e nel terzo set si è pure improvvisata massaggiatrice, quando i crampi si sono presentati sempre più minacciosi nella gambe della Mladenovic. Kiki è stata brava a resistere e giocare sopra la fatica, aiutandosi tantissimo col servizio. Ha addirittura rischiato di farcela sul 12-11, quando le è toccata l’inattesa possibilità di servire per il match, ma lì si è bloccata, il break è subito tornato indietro e la chance se n’è andata per sempre. Il crollo sembrava inevitabile, e anche se l’ha rimandato il più possibile è arrivato comunque, sul 15-14, quando un paio di errori l’hanno condannata al k.o., al termine di un match destinato a pesare tantissimo nell’economia della finale. Anche se la Mladenovic dovesse tornare in campo in singolare (e non è affatto una certezza), ha speso un sacco di energie che in meno di 24 ore non riuscirà a recuperare. Spazio alla Cornet? Possibile. Anche se quella attuale non dà chissà quali garanzie. La Repubblica Ceca, dunque, resta ampiamente favorita, e l’impresa della Francia è ancora ben lontana dal compiersi. Ma comunque più vicina di poche ore fa. Ed è a quello che le padrone di casa devono guardare.
FED CUP 2016 – FINALE (Rhenus Sport Arena, Strasburgo)
Francia – Repubblica Ceca 1-1
Karolina Pliskova (CZE) b. Kristina Mladenovic (FRA) 6-3 4-6 16-14
Caroline Garcia (FRA) b. Petra Kvitova (CZE) 7-6 6-3
Tutta la Francia vuol volare insieme a “Caro”
Caroline Garcia, fedele al suo motto “Fly with Caro”, prova a trasformarsi nell’eroina della finale di Fed Cup: dopo un match thriller fra Pliskova e Mladenovic, vinto dalla prima per 16-14 al terzo, sfodera una prova stupenda contro una Kvitova che pareva imbattibile, dando alla Francia un insperato 1-1. Ma hanno poco da ridere: la Mladenovic ha lasciato in campo un sacco di energie, e la Cornet attuale non dà alcuna garanzia.