Aveva rincuorato tutti i suoi tifosi, Jo Wilfried Tsonga. Nel match d’esordio contro Struff era parso finalmente rodato, nel fisico e nella testa. Quale migliore avversario di Marcos Baghdatis per confermare certezze ed aspettative? Il cipriota non aveva vinto partite sul rosso europeo prima di presentarsi a Parigi, e nei precedenti sei confronti con il francese è sempre uscito con le ossa rotte, l’ultimo dei quali a Melbourne, sempre al secondo turno. Ma quando c’è di mezzo Baghdatis, statistiche e numeri non hanno molto senso. Basta affrontarlo nel giorno in cui è sceso dalla parte giusta del letto e puoi rischiare di lasciarci le penne. A lapalissiana dimostrazione, i primi due set vedono salire in cattedra un cipriota davvero ispirato. Colpi profondi, fendenti improvvisi, smorzate come non ci fosse un domani, per la disperazione del pubblico e la costernazione di Tsonga. Il francese non si capacita di come non riesca a venirne fuori. Tanti, troppi errori del francese. Nel primo set ci mette moltissimo del suo, Tsonga. Sotto di un break, poi recuperato, dilapida l’impossibile al momento di servire nel tiebreak sul set point a favore. Gioca tre punti a fila come peggio non si potrebbe e lascia il primo parziale nelle mani del cipriota. E il secondo set inizia ancora peggio per Jo Wilfried. Si porta tranquillamente sul 2 a 0, ottiene una palla per il doppio break e poi si eclissa. Baghdatis trae forza e coraggio dall’ostilità della platea e ricomincia a far correre Tsonga. Non si contano le palle corte, i cambi di direzione. Vuol far impazzire il suo avversario e i risultati sono immediati. Il break strappato sul 4 a 3 è davvero da applausi, se non fosse che i tifosi, sin troppo tifosi, non vanno oltre i fischi e i mugugni. Anche al cospetto di un giocatore che conduce (meritatamente) per due set a zero.
IL PUBBLICO SI ACCENDE, BAGHDATIS SI SPEGNE
Ma c’è il chiaro sentore che possa bastare una scossa, perché la partita cambi copione. Marcos appare stanco ed è da troppo tempo disabituato a battagliare a questi livelli. Il terzo set comincia così come il secondo: break per Tsonga nel gioco d’apertura. Questa volta non restituisce il maltolto, ma allunga e infierisce, ottenendone un secondo. E’ oramai una bolgia, sugli spalti. Il francese, prima fermo sulle gambe, ora arriva su ogni tentativo di palla corta. Restituendola, con gli interessi. Accorciate le distanze, nel quarto set, l’equilibrio dura giusto 4 game e c’è quindi di nuovo l’allungo di Tsonga. Il clima non è dei più oxfordiani. Le urla di gioia sui servizi sbagliati di Marcos paiono eccessivi anche al giudice di sedia, che redarguisce gli spettatori. Baghdatis è indispettito, guarda con aria schifata gli astanti. Quasi con aria di sfida. Ma è oramai privo di forze, più fisiche che mentali. Il match gli scivola velocemente dalle mani. Perso il quarto set si inabissa rapidamente anche nel quinto. Perso per perso regala ancora qualche giocata sopraffina: mai visti tanti drop shot tutti assieme in un solo incontro. Finisce così, con Tsonga esultante e urlante e un Baghdatis che ne esce comunque a testa altissima. Per almeno due set ha ricordato a tutti di quanto talento dispone, in gran parte (ahilui) sprecato. Il francese giunge al terzo turno del Roland Garros per l’ottavo anno di seguito. E vince la sua centesima partita in uno Slam, poco dopo il successo numero 200 di Nadal. Intanto va a tre partite da Jean Borotra, che detiene il record per il tennis francese. La prossima partita si preannuncia come tra le più spettacolari e incerte del torneo. Ernest Gulbis, dopo mesi e mesi di apatia, pare aver finalmente preso sul serio un torneo. E quando il lettone gioca sul serio, vale almeno una settantina di posizioni in più rispetto all’attuale.
ROLAND GARROS 2016 – Secondo Turno
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Marcos Baghdatis (CIP) 6-7 3-6 6-3 6-2 6-2
Tsonga va sotto, rimonta, scatena la gente…e vince
Sul Centrale del Roland Garros, il francese trova sempre energie extra. Nei primi due set, il talento di Baghdatis lo intontisce di palle corte e “Jo” sembra sull’orlo del baratro. Poi, aiutato da un pubblico quasi antisportivo, rimette in piedi la partita e si prende il terzo turno contro Gulbis.