Allons enfants de la patrie allo Us Open. Dopo Gael Monfils, e prima della clamorosa impresa di Lucas Pouille contro Rafa Nadal, ecco un altro francese ai quarti di finale. Jo Wilfried Tsonga conferma il risultato dello scorso anno battendo Jack Sock, ultimo americano in gara, in un incontro che è durato un set di troppo, complice la distrazione che l’ha colto nel terzo set, dopo i primi due gestiti con una certa tranquillità. Perfetto al servizio, impeccabile con il dritto, al cospetto di un avversario falloso e senza idee sul come metterlo in difficoltà. Poco più di un’ora, un doppio 6-3 che sembra far presagire imminenti titoli di coda. Il turno precedente, la passeggiata di salute contro Kevin Anderson, non aveva sorpreso affatto il giocatore francese. Tutto merito del duro allenamento, a suo dire. E anche negli ottavi il copione sembra proseguire. Il gigante americano, incoraggiato e coccolato dal pubblico newyorkese accorso in massa per tifarlo, non ha però intenzione di continuare a fare da sparring. E, perso per perso, ci prova. Comincia finalmente a colpire, con coraggio, e a tentare di aggredire. A guadagnare metri sul campo. Strappa finalmente il servizio a Tsonga, dando finalmente un senso a questo incontro.
LA QUALITA’ DI JO
Tsonga capisce l’antifona. Sarebbe davvero un delitto rimettere in vita l’avversario in un incontro praticamente vinto. Recupera il break e l’incontro, all’improvviso, si fa persino divertente. Il tiebreak che decide il terzo set è un festival delle emozioni. Tsonga arriva al match point, dopo aver annullato con maestria due set point all’americano. Uno splendido rovescio e un servizio vincente spengono l’entusiasmo sugli spalti del Louis Armstrong, ma Jack Sock non si da per vinto. Annulla il match point, si procura il terzo set point. E sulle ali dell’entusiasmo dei suoi tifosi s’inventa il colpo del torneo, con un dritto incredibile giocato da tre metri fuori dal campo. Ma finisce tutto qui. A Tsonga basta ritrovare quel pizzico di concentrazione, sufficiente per lasciare altri soli due game all’americano. Che non ha la forza nemmeno di rammaricarsi. Troppa la differenza in termini di qualità. Jo Tsonga, nelle rare occasioni in cui le forze mentali e fisiche sono al massimo, diventa avversario improbabile per chiunque (o quasi…). E la semifinale (per lui sarebbe la prima allo Us Open) non è assolutamente una chimera. Djokovic, a meno di clamorose sorprese, arriverà ad incontrarlo con pochi scambi e minuti nelle gambe. E chissà che non possa essere un fattore a favore del Cassius Clay di Le Mans.
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Jack Sock (USA) 6-3 6-3 6-7 6-2