di Andrea Merlo – foto Getty Images
“Affronto la numero uno del mondo, è il momento di giocare un tennis di alto livello” aveva sentenziato Francesca schiavone poche ore prima del suo match con Caroline Wozniacki, fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno del raggruppamento marrone dei WTA Championships. Il tono insospettabilmente pacato e il fare tra l’affabile e il sornione, Francesca era apparsa determinata a tentare l’impresa.
L’inattesa sconfitta della Stosur nel match precedente con la Dementieva aveva reso ancor più incerta la situazione del girone, anche se l’azzurra aveva le idee chiare: se perdeva avrebbe salutato Doha e la più prestigiosa kermesse mondiale; per passare il turno avrebbe dovuto vincere le restanti due partite in programma.
Ha mantenuto la sua promessa per più di un’ora di gioco: un primo set da manuale e qualche sprazzo di ottimo tennis in avvio della seconda frazione, prima di cedere sotto i colpi di un’avversaria cresciuta esponenzialmente con l’incedere dell’incontro. La vittoria in tre set consente alla ventenne di Odense di qualificarsi per le semifinali, dandole così la matematica certezza di chiudere la stagione al primo posto del ranking WTA.
L’inizio dell’incontro è stato subito impervio per “Caro”, che ha faticato a leggere le consuete traiettorie arcuate della Schiavone, brava a variare molto le rotazioni e a cogliere di sorpresa l’avversaria con improvvise discese a rete, spesso concluse con volèe vincenti. Dopo aver concesso due palle break in altrettanti turni di servizio Francesca ha trovato l’allungo al quarto gioco, quando è volata subito 0-30 per poi chiudere alla prima chanche portandosi sul 3 a 1.
La Wozniacki non si è scossa neppure con l’intervento del coach (il padre della tennista danese) e l’azzurra ha avuto così l’opportunità di chiudere il set sul 5-3. Qui ha “rischiato” il game perfetto, con tre ace che le hanno fruttano altrettanti set point e un quarto servizio nei pressi della riga magistralmente impattato dall’avversaria. Ma l’epilogo è giunto al termine del punto successivo, consegnando di fatto alla Schiavone il primo set dell’avventura al Khalifa International Tennis Complex di Doha.
Peccato che l’inerzia dell’incontro sia cambiata proprio in avvio della seconda frazione, con la testa di serie numero uno che ha inserito il pilota automatico di rovescio e ha concesso sempre meno di diritto, correndo su ogni angolo abilmente trovato dalla milanese. Francesca non ha avuto particolari demeriti e anche il severo score di 6-1 non rispecchia la reale – serrata – battaglia vista in campo.
Tuttavia, se il colpevole entusiasmo del neofita non ha saputo cogliere il ribaltamento dei ruoli, coinciso con l’inizio del secondo set, un occhio più esperto e scafato ha scorto nel maggior numero di errori gratuiti e nella crescente difficoltà d’impatto della Schiavone i primi segnali di un cedimento.
Dopo aver ceduto nuovamente il servizio in avvio della frazione decisiva, l’azzurra è parsa risorgere, e con un moto d’orgoglio – nonostante il peso della fatica e del caldo – ha saputo issarsi fino alla palla break per il potenziale 2-2: niente da fare. Persa questa chance, l’ultima feritoia per scappare alla mannaia dell’eliminazione la leonessa ha smesso di ruggire, patendo il ritmo ormai incalzante della danese, costretta a chiudere con lo stesso score beffardo del set precedente.
Nonostante la sconfitta (3-6 6-1 6-1) la Schiavone ha dimostrato di meritare questo palcoscenico, infatti dal punto di vista qualitativo il match odierno è stato con assoluta probabilità il migliore sin qui visto ai Championships di Doha. Domani l’ultimo singolare, per la gloria, con l’altra eliminata del girone, la russa Elena Dementieva.
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