di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Le luci di New York, oggi, sono tutte per lui. Andy Murray si è laureato campione degli US Open 2012 incantando gli States e sfatando quel tabù Slam dopo quattro finali perse. Lo scozzese ha superato il campione uscente Novak Djokovic per 7-6, 7-5, 2-6, 3-6, 6-2. La ciliegina sulla torta di un anno splendido impreziosito dal successo olimpico è servita. Una finale dai mille volti che ha riservato non poche emozioni. A un passo dalla vittoria Andy si fa raggiungere da un indomito Djoker che però, alla fine, si deve arrendere.
Murray parte in quarta e pronti via strappa il servizio a Djokovic senza lasciargli nemmeno un punto, ma il serbo non ci sta e lo imita nel gioco successivo. I veri protagonisti di questa prima fase del match sono gli errori gratuiti da una parte e dall’altra e il vento che oggi soffia sull’Arthur Ashe non aiuta certo i tennisti in campo. Nole appare abbastanza contratto e impreciso col dritto mentre Murray infrange tre back sulla rete nel giro di pochissimi minuti. Sul 2-2 Djokovic la combina grossa commettendo due sciagurati doppi falli che gli costano un nuovo break. Lo scozzese guadagna fiducia e inizia a comandare lo scambio con maggiore autorità, portandosi sul 4-2.
Dopo le difficoltà iniziali, il campione in carica decide di cambiare tattica: dal momento che oggi i suoi colpi da fondo sono meno letali del solito, va a retea conquistarsi il punto. Una strategia che dà i suoi frutti e che gli permette di salire sul 6-5, costringendo il britannico a servire per restre nel set. Grazie ad un provvidenziale ace e all’ennsimo dritto fuori misura dell’avversario, Murray riesce a trascinare la partita al tie break. Dopo essere salito sul 5-3, il serbo subisce il ritorno dello scozzese che non riesce a capitalizzare nessuno dei cinque set point che si costruisce. Finalmente, al sesto tentativo e dopo un’ora e 27 minuti, Murray chiude il tie break per 12-10 facendo esultare un altro scozzese illustre in tribuna come Sean Connery.
Nel secondo set Andy parte decisamente meglio rispetto all’avversario che sembra aver accusato il colpo. Dopo aver tenuto la battuta nel primo gioco, il numero 4 del mondo prende il largo e vola sul 3-0. Anche coach Lendl, solitamente immobile come una statua, inizia ad agitarsi nervosamente sulla poltroncina. Nervoso è anche il coach di Nole, Marian Vajda, dal momento che il suo pupillo sembra con la testa altrove. Nuova break di Murray che, dopo una manciata di minuti, si trova avanti 4-0. Perso per perso, Novak prova una rabbiosa reazione: accorcia portandosi prima sul 2-4 e poi impatta sul 5-5. Guai a sottovalutare un leone ferito. Andy capisce la lezione e tiene bene il suo turno di servizio prima di chiudere la seconda partita per 7-5 approfittando anche di un grossolano errore del serbo con lo smash.
Nonostante abbia avuto meno tempo a disposizione per recuperare dalle fatiche del turno di semifinale, nel terzo set è il campione serbo a partire forte conquistando un prezioso break poi confermato sul 3-1 e sul 4-2. Per la prima volta in tutto la finale, il 25enne di Dunblane appare in difficoltà. Nuovo break di Nole che ipoteca il set (6-2) e trascina la finale alla quarta partita. Dopo 3 ore e 12 minuti Novak Djokovic torna in corsa per il titolo.
Djokovic è in fiducia e inizia la quarta frazione con un break, mentre Murray comincia a perdere un po’ di lucidità. L’inerzia del match è cambiata. L’ex numero uno del mondo sale prima sul 3-1, poi sul 4-2 dimostrando un’insospettabile freschezza atletica con recuperi prodigiosi. E adesso che ne ha più bisogno ritrova nache le prime di servizio e chiude per 6-3.
Dopo 4 ore di gioco, la finale 2012 degli US Open si deciderà al quinto. A un passo dal crollo Andy si risolleva con un grande prova di carattere. Dopo aver brekkato Nole nel primo game, lo scozzese prende il largo portandosi prima sul 3-0 poi sul 4-2. Stavolta ci siamo; Andrew Murray è pronto a scrivere in maniera indelebile il suo nome nella storia del tennis. Djokovic è esausto e chiede l'intervento medico per un dolore alla coscia destra, forse un crampo. Il britannico sale 40-0, Nole annulla il primo match point ma poi spara un dritto appena lungo e così Andy Murray diventa il campione di questi US Open. Fred Perry non è più un miraggio. Oggi il sogno è realtà.