ITALIA 1-2 ARGENTINA – Dopo quasi quattro ore di gioco, a Pesaro il doppio è dell’Argentina. Fognini e Lorenzi faticano a lungo, poi l’intesa giusta arriva: Lorenzi sale, Del Potro cala e il match passa nelle mani degli azzurri. Ma sul 3-2 del terzo mancano tre palle-break, Pella diventa il migliore in campo e un parziale di tredici punti a zero consegna il successo all’albiceleste. La fatica potrebbe escludere Del Potro dall’ultima giornata, ma c’è comunque un difficile 1-2 da ribaltare. (Foto Costantini / FIT)– Per l’Italdavis la lista dei rimpianti rischia di essere già troppo lunga. Venerdì la sconfitta di Seppi, che era parso aver trovato la chiave per battere Delbonis, all’indomani quella nel doppio, ancora più dolorosa dato il modo in cui Fabio Fognini e Paolo Lorenzi l’avevano rimesso in piedi, trovando via via l’intesa giusta per cancellare due set poco brillanti e passare a condurre al quinto. Ma alla fine ha vinto di nuovo l’Argentina, per 6-1 7-6 3-6 3-6 6-4, dopo una battaglia di quasi quattro ore, prendendosi il punto che può diventare cruciale per risolvere il quarto di finale di Pesaro. Come spesso accade quando in campo non ci sono degli specialisti, è stato un doppio figlio del rendimento dei singoli, con più pugni da fondo campo che battaglia di fioretto a rete. E tutti e quattro i protagonisti, a rotazione, sono saliti e scesi, scesi e saliti. Una buona fetta dei primi due set è stata condizionata da un Lorenzi opaco, in grande difficoltà col diritto e nell’intesa con Fognini. In parte c’è da capirli: avevano giocato pochissimo insieme, nel corso della settimana il ct Barazzutti ha provato la coppia Fognini/Seppi, e c’è da scommettere che il cambio è arrivato solo stamattina, quando probabilmente Andreas ha comunicato di preferire un giorno di riposo in chiave singolare decisivo. Così Lorenzi è stato buttato nella mischia a sorpresa, sua e del pubblico, finendo per risultare un tantino spaesato. Il punto che ha deciso il secondo set la dice lunga: sul servizio di Fognini gli azzurri hanno optato per una discutibile i-formation, ma Lorenzi ha “bucato” la volèe sulla risposta di Pella e Fabio non ha coperto a dovere la sua metà campo. Cose che capitano, ma sul 3-3 del tie-break possono decidere un set.
CAMBIANO LE POSIZIONI, CAMBIA IL MATCH
Al termine del secondo gli azzurri sono tornati negli spogliatoi, e su idea di Fognini hanno optato per un cambio di assetto. Fabio spostato da destra a sinistra, Lorenzi viceversa: bingo. Lì è finalmente iniziato il match della coppia italiana, con una doppia mano da parte di Juan Martin Del Potro. Prima “Palito” ha risposto in rete col diritto su una delicatissima palla per il break immediato, poi è andato in tilt: doppio fallo, dritto in rete e 3-1 Italia, dopo due ore esatte di gioco. Gli azzurri hanno preso fiducia, l’intesa è andata via via migliorando e ha ribaltato gli equilibri. Lorenzi è diventato sempre più incisivo col diritto, spingendo spesso gli avversari all’errore (anche Del Potro!) nel faccia a faccia da fondo, il pubblico ha finalmente iniziato a fare la sua parte e gli azzurri hanno oscurato gli avversari, specialmente un Del Potro andato progressivamente in calando (buona notizia per l’eventuale singolare decisivo). Fognini e Lorenzi si sono regalati due set splendidi, perfetti per iniziare il quinto con la carica giusta, ma poi sono saltati tutti gli schemi e il parziale decisivo è diventato una lotteria. Prima sono andati in difficoltà gli azzurri, tenendo a fatica (con una palla-break salvata) i primi due turni di battuta, poi è stata la volta dell’Argentina, arrivata a un passo dal baratro sul 2-3. Ma proprio quando Del Potro, scarico e provato, è sparito dal campo e ha iniziato a muoversi sempre meno, a prendere in mano il match è stato a sorpresa uno splendido Guido Pella, il più regolare dei quattro.
PER FOGNINI 5 ORE E MEZZA IN UN GIORNO
Fino a quel momento il 26enne mancino di Bahia Blanca aveva fatto il suo, da 6 in pagella, poi è salito in cattedra ed è stato lui a trascinare il compagno al successo. Nel sesto game gli azzurri hanno avuto tre palle-break per rompere definitivamente l’equilibrio, ma le hanno mancate tutte e dalla terza hanno finito per perdere tredici punti di fila. In un batter d’occhio gli argentini hanno gelato il Centrale del Circolo Tennis Baratoff e sono volati fino al 5-3, e 0-30 in risposta. E la piccola reazione azzurra, con match-point salvato, è servita solo a ritardare la festa di un paio di minuti, quando una risposta affrettata di Fognini è terminata larga. Nell’abbraccio finale fra Pella e Del Potro, ripetuto appena dopo le strette di mano, c’è tutto il bello della Davis, racchiuso in un sentito grazie di “Palito” al compagno. Il leader doveva essere il più forte dei due, tenuto caldo appositamente per il doppio, invece è andato in riserva prima del previsto e la partita l’ha vinta Pella, alzando di parecchio le sue quotazioni in vista dell’ultima giornata. Per l’Italia non resta che piangere: in primis la pesantissima assenza di Bolelli, che insieme a Fognini avrebbe quasi sicuramente garantito il punto, quindi un nuovo match che si poteva vincere finito nel cestino, e infine le tante energie spese oggi da Fognini, in campo per quasi cinque ore e mezza. Col senno di poi, come ha detto anche lui stesso in conferenza stampa, sarebbe stato meglio perdere in tre set. Ma Fabio ha dimostrato di poter reggere fisicamente degli sforzi importanti: conviene augurarsi che ce la faccia anche stavolta. Appuntamento alle 12.30 di domenica, con l’Italia di nuovo nelle sue mani. Contro un Delbonis riposato che sogna un ruolo da eroe.
COPPA DAVIS – Quarti di finale
ITALIA – ARGENTINA 1-2
Federico Delbonis (ARG) b. Andreas Seppi (ITA) 7-6 3-6 6-3 7-6
Fabio Fognini (ITA) b. Juan Monaco (ARG) 6-1 6-1 7-5
Del Potro/Pella (ARG) b. Fognini/Lorenzi (ITA) 6-1 7-6 3-6 3-6 6-4
Fabio Fognini (ITA) v Federico Delbonis (ARG) domenica ore 12.30
Andreas Seppi (ITA) v Juan Monaco (ARG) a seguire
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...