L’azzurro ha superato il primo turno degli Internazionali BNL d’Italia battendo Denis Shapovalov in rimonta

Contrariamente a un passato che vedeva nelle diversità stilistiche filosofie di provenienza australiana piuttosto che europea o statunitense, il tennis di questo millennio, appena agli esordi, ha subito tale e tanta omologazione da ritenere quanto mai azzardato rintracciare nella gestualità di un qualsivoglia campione matrici di natura geografica.

Così non saprei dire quanto di italiano o argentino conviva nel gioco di continuità espresso quest’oggi da Luciano Darderi sul centrale del Foro opposto a un Denis Shapovalov alla perenne ricerca di sé stesso.

Quello che mi sento di dire invece a questo ventiduenne in forte ascesa, è che nella versione ultimo grido di questo sport, limitare il gioco alla sola spinta da dietro, logora e non paga più di tanto. Per eccellere nel tennis dei giorni nostri è necessario fare uso frequente di variazioni che si richiamano a cambi di ritmo e di direzione. Aggiungo che è difficile imporre il proprio sistema tattico con una prima palla in kick raramente sopra i 200 orari e una seconda intorno ai 150.

Contro il canadese la partita era da portare a casa e così è stato. Ora si tratta di capire quale modello di gioco adottare per entrare nel ristretto novero dei migliori.