Federer vince la partita numero 900 e centra il 36esimo quarto consecutivo in uno Slam. Robredo rimonta due set di per il terzo match di fila: non succedeva da 86 anni. 
Roger Federer ha rischiato grosso contro Gilles Simon, ma ha vinto la 900esima partita in carriera

Di Riccardo Bisti – 3 giugno 2013

 
L’ultima volta che Roger Federer ha perso prima dei quarti in uno Slam risale al 2004, quando Guga Kuerten lo eliminò al terzo turno, proprio a Parigi. Da allora è sempre arrivato tra i primi otto, molto spesso più avanti. Proprio al Roland Garros, tre anni fa, è terminata la striscia di 23 semifinali consecutive. Ma Federer è ancora lì, meno brillante ma sempre affamato. Ed è riuscito a centrare i quarti ancora una volta. Contro Gilles Simon aveva perso, aveva sofferto, ma un paio di settimane fa lo aveva massacrato sul Centrale del Foro Italico. Quando ha chiuso 6-1 il primo set, issandosi a setpoint con un irrazionale dritto a lato del paletto, tutti hanno pensato a una facile chiusura. Invece Roger è finito per le terre a metà secondo set, inciampando sulla racchetta dopo aver sbagliato un rovescio. Lo svizzero è caduto sul ginocchio destro. Non ha mostrato segni di dolore, ma il match si è spezzato in due. Simon ha preso coraggio, ha iniziato a giocare sempre meglio e ha esaltato gli sciovinisti del Campo Chatrier, aggiudicandosi il secondo e il terzo set. Federer – sostenuto da uno zoccolo duro di tifosi, stavolta in minoranza – si è ripreso in tempo e ha vinto con sufficiente agio il quarto e il quinto, sigillando la sfida con il punteggio di 6-1 4-6 2-6 6-2 6-3. “Non mi sono fatto male quando sono caduto – ha detto Federer – ma ho perso fiducia. Per un po’, sono finito fuori dal match. Ma sono felice di aver rimesso ordine al mio gioco. Sono rimasto calmo anche quando ero sotto pressione”. In merito ai 36 quarti Slam di fila, ha detto: “Incredibile, perchè non si è sviluppato in una settimana o in un anno. Ho dovuto lottare per vincere tante partite come questa. E’ stata una splendida corsa e sono felice che non sia ancora finita. Non vedo l’ora di affrontare Tsonga: è un grande amico”. In precedenza, il francese aveva rifilato un triplo 6-3 a Viktor Troicki.
 
E' giusto celebrare Federer, anche perchè ha raggiunto 900 vittorie in carriera, ma l'eroe di giornata è un altro. Tommy Robredo è entrato nella storia, nel modo più faticoso. Tra 10, 20, 50 anni ci si ricorderà di lui come l’uomo che è riuscito a imitare il grande Henri Cochet. Nel 1927, il francese fu l’ultimo a vincere tre match consecutivi rimontando uno svantaggio di due set. Tommy ha fatto lo stesso 86 anni dopo. Prima Igor Sijsling, poi Gael Monfils (con quattro matchpoint annullati), infine Nicolas Almagro, contro cui aveva perso cinque volte su cinque. Un miracolo sportivo, affondato nelle lacrime di Tommy, mostrate con orgoglio senza nascondersi dietro gli occhiali da sole. “Prima della partita sentivo male in tutto il corpo – ha detto – allora sono sceso in campo ben deciso a vincere il primo set, altrimenti si sarebbe messa male”. Invece un mortifero doppio fallo sul 4-5 nel tie-break lo ha condannato, e gli ha fatto perdere anche il secondo. “Nei primi game del terzo il braccio mi faceva talmente male che non riuscivo a tenere la racchetta in mano. Ma poi ho ripreso a spingere, e a lui è venuto qualche dubbio”. Almagro deve recitare un vigoroso “mea culpa”, visto che ha sciupato un vantaggio di 4-1 nel terzo e di 4-2 nel quarto.

Ma il destino aveva scelto diversamente, regalando a Tommy il quinto piazzamento nei quarti a Parigi. Nelle ultime due edizioni non c’era, bloccato dagli infortuni. 12 mesi fa, sprofondato nella melma del ranking, accettava una wild card per il challenger di Caltanissetta. Oggi è tornato, si è ripreso un posto tra i grandi e si è conquistato l’affetto dei francesi. A un certo punto, si è sentito un vigoroso “Tommy, Tommy!”. Il padre di Robredo lo ha chiamato così perchè era un grande fan degli “Who”, in onore al loro mitico album del 1969. E un brano cantava “Tommy, can you hear me?”. In una soleggiata (finalmente!) domenica parigina, Robredo li ha sentiti tutti, uno per uno. E ha scritto una magica pagina di sport, e pazienza se il suo percorso si interromperà nei quarti contro David Ferrer, fresco e schiumante, che dovrebbe raccoglierne i cocci. I precedenti dicono 6-2 per “Ferru”, che a Buenos Aires gli ha rifilato 6-3 6-2. Non hanno mai giocato al meglio dei cinque set. Solo il destino potrebbe regalare a Tommy un posto in semifinale, ma forse nemmeno lui si sente di chiedere un altro regalo.