Tutto l’amore della polacca per il torneo del Foro Italico, dove ha già conquistato due successi nel 2021 e nel 2022
ROMA – «Cosa mi piace di più del torneo di Roma? Oltre al cibo? Negli ultimi due giorni ho solo mangiato… Adoro questo torneo, amo l’atmosfera che si respira, diversa da tutti gli altri tornei. La natura attorno ai campi, il tifo davvero pazzesco, il rumore che fa la gente in tribuna. Qui mi sento davvero a mio agio, mi sembra di conoscere ogni angolo e ogni campo. E poi hanno anche ristrutturato gli spogliatoi… Negli ultimi anni il torneo è nettamente migliorato». Questa dichiarazione d’amore per gli Internazionali appartiene a Iga Swiatek, 23 anni il prossimo 31 maggio, numero 1 indiscussa del tennis femminile, che a Roma ha vinto nel 2021 e 2022 (l’anno scorso si è fermata nei quarti contro Rybakina sul 2-2 al terzo set, per un infortunio alla gamba destra).
La campionessa polacca, apparsa sorridente e rilassata, è reduce dal trionfo di Madrid, il ventesimo della carriera e terzo della stagione, dove si è giocato in condizioni di clima e di velocità di superficie molto diverse. «Sicuramente è una grande sfida cercare di adattarsi in così poco tempo, però ho lottato davvero tanto a Madrid per vincere (3 ore e 14 minuti per battere Sabalenka nella partita più bella dell’anno, ndc) che avrei voglia di festeggiare ancora. Qui sarà molto impegnativo, dopo una partita come quella con Alyna avrei bisogno di due mesi di riposo, ma non posso, sento che se mi fermassi un attimo sarei fuori. In questo periodo sono tutti tornei duri, uno vicino all’altro, quelli più importanti stanno per arrivare, dovremo programmare bene il lavoro e le pause. Io mi sono sempre allenata molto intensamente, anche tra una partita e l’altra, con il mio staff però stiamo pensando di cambiare qualcosa».
Appassionata di musica, Swiatek ha poi rivelato i suoi gusti più recenti. «Mi sono innamorata di “Il dipartimento dei poeti torturati” (si chiama proprio così, non è colpa nostra, ndc) di Taylor Swift. L’ho cominciato ad ascoltare dopo Stoccarda, ci sono almeno sette canzoni che manderei in continuazione». A Madrid hanno portato fortuna, chissà a Roma.