Quanta fatica, quanta sofferenza, ma alla fine vince sempre lui, Rafa Nadal. In un incontro pesantemente condizionato dalle interruzioni per la pioggia, sotto un cielo coperto, le gocce di pioggia, il campo lento, lentissimo, so era visto un primo set dall’andamento surreale. Rafa lo aveva perso, dopo 37 vinti consecutivamente. Se lo era aggiudicato Diego Schwartzman, una vita contro pronostico, una vita senza essere considerato, abituato sempre a sentirsi dire “non ce la può fare” e che invece scende in campo convinto di farcela. Ad alimentare la sua convinzione un Rafa Nadal entrato in campo nervoso. Non sente la palla, non riesce ad accelerare e, soprattutto, fa fatica a essere incisivo al servizio. Fino alla prima interruzione per pioggia, lo spagnolo concede palle break in sette dei primi otto turni di battuta, cedendo cinque volte il servizio. Cose pressoché inedite, in un incontro del maiorchino. Schwartzman gioca profondo, azzarda soluzioni aggressive spesso vincenti eppure, con di fronte una pallida copia di Nadal, con lo scorrere dei game sembra quasi non voglia infierire. Preso un break di vantaggio, lo restituisce in quello seguente. Accade così, per due volte. Preso pure il terzo, al momento di servire per il set, dopo due occasioni mancate per chiuderlo, deve fronteggiare l’ennesima palla break. Ma all’improvviso il peso svanisce. Diego si ritrova e chiude, compiendo un miracolo che non si compiva da tre anni. Il cielo si fa sempre più scuro. Com’è scuro il volto di Nadal.
NUOVE CONDIZIONI, NUOVO NADAL
L’inizio del secondo set è praticamente la fotocopia del primo. Tre break nei primi cinque giochi e Diego che si trova avanti 3 a 2 e servizio. Ma ecco la pioggia, la salvifica pioggia per Rafa. Si ritorna dopo mezz’ora, mezz’ora in cui sembra essere cambiato tutto. “La sosta è stata un vantaggio, dopo la prima avevo più energia e più tranquillità. Avevo troppo stress addosso e non lo mettevo mai a disagio, soffrendo maledettamente. Ero teso e mi rendevo conto che dovevo essere un po' più aggressivo” ha poi detto Rafa. Schwartzman ha una palla del 4 a 2, ma da quel momento cambia tutto. Il secondo set scorre via velocemente in favore di Rafa che, complice il diluvio, deve aspettare la giornata di oggi per poterlo chiudere servendo sul 5 a 3. E oggi è tutta un’altra storia. C’è il sole a illuminare lo spagnolo, a cui riesce tutto. Sente meglio la palla, si sente più tranquillo, serve decisamente meglio, gli riescono le accelerazioni. È l’argentino, questa volta, a rientrare in campo nervoso. Lento con le gambe, con lo sguardo rassegnato al cospetto di un destino inesorabile. Tuttavia, i soli 4 game concessi non devono trarre in inganno. Il parziale di 6-2 6-2 ha sfiorato le due ore di durata. Quasi dodici minuti per chiudere il terzo set sul 5 a 2, salvando 3 palle break. Una decina per chiudere il match, salvandone altrettante e chiudendo al terzo matchpoint. Rafa non ha avuto reali pericoli, ma si è anche avuta la sensazione di non essere così invincibile. Nemmeno per Del Potro, altro argentino ma altra categoria, che domani gli contenderà il posto in finale, nell’undicesima semifinale qui a Parigi. S’erano incontrati su questi campi 11 anni fa. Allora era un primo turno. Domani sarà tutt’altra pagina da scrivere. Una pagina, a questo punto, non così scontata.
ROLAND GARROS UOMINI, Quarti di Finale
Rafael Nadal (SPA) b. Diego Schwartzman (ARG) 4-6 6-3 6-2 6-2