Dopo averci provato per la Coppa Davis, Torino sogna di ospitare il Masters. L'idea è stata del presidente CONI Giovanni Malagò e pare un “contentino” per la mancata candidatura olimpica. L'impianto sarebbe adeguato: l'interesse andrà manifestato entro il 2 novembre, la scelta sarà ufficializzata non prima di marzo.

Il sogno diventerà ufficiale se, entro il 2 novembre, qualcuno invierà una mail all'indirizzo atpfinals2021@deloitte.co.uk. È il primo passo per avanzare la candidatura a ospitare le NITTO ATP Finals a partire dal 2021: sembra che Torino possa essere una candidatura forte. La pensa così il presidente CONI Giovanni Malagò: presente a Buenos Aires per le Olimpiadi Giovanili (nel tennis abbiamo Lorenzo Musetti ed Elisabetta Cocciaretto), si è assunto la paternità del progetto. Dice che l'idea gli è venuta qualche giorno fa e che ci si può lavorare su. “Sta emergendo la possibilità di poter supportare una candidatura di Torino per le ATP Finals. Si è sempre svolto a Londra, adesso l'ATP ha deciso di renderlo itinerante. Ci sarà un bando e l'unica città italiana che può pensare di candidarsi per ovvi motivi di impianti è Torino. Questa è una pista che Torino si può giocare, noi del CONI siamo molto vicini a supportarla e penso e spero lo possa essere anche il governo”. A parte alcune imprecisioni date in pasto alla stampa generalista (il Masters è sempre stato itinerante: Londra è la sedicesima sede, per quanto longeva), Malagò ha già intascato il parere favorevole di Chiara Appendino, sindaco pentastellato di Torino. In una nota pubblicata dall'ANSA, la Appendino ha fatto sapere di aver già discusso della faccenda con il Sottosegretario di Stato Giancarlo Giorgetti. “Se le ATP Finals dovessero lasciare Londra, la nostra potrebbe essere una candidatura forte”. Pare evidente che l'opzione ATP Finals rappresenti una compensazione per la beffa appena incassata da Torino, che non è stata scelta come possibile candidata alle Olimpiadi invernali 2026: l'Italia, infatti, proporrà Milano-Cortina. L'ambiente torinese l'ha presa malissimo, anche perché aveva già pronti buona parte degli impianti. La tempistica e le modalità di questo progetto di candidatura fanno pensare che sia il canonico “contentino”, peraltro di notevole qualità.

A CHI L'ONERE DELLA CANDIDATURA?
Negli ultimi anni, grazie alla cornice della 02 Arena di Londra, le ATP Finals hanno avuto un bel restyling dopo qualche edizione così così a Houston e Shanghai. Ogni anno, circa 250.000 spettatori hanno affollato l'impianto londinese. L'attuale contratto scadrà nel 2020: forte del rilancio dell'evento, l'ATP ha pensato bene di monetizzare e proporre un altro bando che sarà valido a partire dal 2021, anche se non si sa – o meglio, non è stato detto – per quanti anni. Pare evidente che Torino avrà una notevole concorrenza: a oggi non sono emerse particolari manifestazioni di interesse, almeno pubblicamente, ma il fatto che il Masters sia sponsorizzato da una multinazionale giapponese (NITTO) fa pensare che l'Asia possa avere le sue chance. Considerando che, dal 2021, la Coppa Davis si trasferirà quasi certamente a Indian Wells, andranno valutati i rapporti tra ATP e ITF: se l'ATP volesse fare un dispetto alla Federazione Internazionale, potrebbero pensare di collocare il Masters il più lontano possibile (fino a diversa indicazione, la nuova Davis inizierà subito dopo le ATP Finals). In caso di avvenuta pacificazione, invece, potrebbe prendere piede una soluzione americana. Ragioni politiche a parte, saranno importanti anche quelle economiche. E qui bisognerà vedere chi si impegnerà a sborsare cifre importanti per conto di Torino. L'ultima frase di Malagò pare quantomeno coraggiosa (“Spero che il Governo sia vicino a supportare questa idea”), visto che lo stesso Governo ha fondamentalmente scaricato sulle regioni Lombardia e Veneto gli oneri per la candidatura olimpica di Milano-Cortina.

DECISIONE NON PRIMA DI MARZO
Torino ha un paio di frecce al proprio arco: la prima è il rapporto tra ATP e FIT. La nostra federtennis si è assicurata l'organizzazione delle Next Gen ATP Finals fino al 2021 e si è accollata un rischio niente male. Non a caso, la prima edizione ha chiuso con un bilancio economico in passivo. Però è andata bene e l'ATP ha apprezzato, anche se non si sa quale sia il coinvolgimento FIT in questo eventuale progetto. La seconda freccia è un impianto di primissimo piano: il Pala Alpitour è bello, moderno e funzionale. Costruito tra il 2003 e il 2005 proprio in vista delle Olimpiadi del 2006, è costato 87 milioni di euro ed è stato progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki, che gli ha dato il nome nei primi anni di esistenza prima che fosse siglato il contratto con Alpitour. Si tratta del più grande palazzetto italiano, con una capienza ufficiale di 15.657 persone, ma è possibile che per il tennis (la cui area di gioco è piuttosto piccola) possano essere di più. Nei giorni scorsi, ha ospitato le fasi finali del mondiali di pallavolo ed è stato un grande successo. D'altra parte, quando si parlò della candidatura di Torino per la ventilata Final Four di Coppa Davis (il bando fu vinto da Ginevra, poi il format non fu nemmeno votato) si ipotizzò una maxi-capienza di 18.500 spettatori. In altre parole: dopo dodici anni alla 02 Arena, il Pala Alpitour non sfigurerebbe come scenario. L'iter, tuttavia, è lungo e complicato: l'ATP ha scelto un'agenzia esterna (Deloitte) per gestire l'intero processo, che prevede il 2 novembre come scadenza per la presentazione di una manifestazione d'interesse. Le città candidate saranno annunciate il 14 dicembre, mentre la decisione finale sarà comunicata non prima del marzo 2019. I termini delle richieste economiche sono segreti: sappiamo soltanto che, dopo aver inviato la manifestazione d'interesse, la città candidata riceverà il set completo di documentazione, con tutti i dettagli e i passaggi da rispettare. L'ATP ha fatto sapere che la documentazione presenterà una serie di linee guida, ma che l'approccio sarà flessibile e aperto a eventuali proposte innovative. Non viene fatta menzione della durata dell'eventuale contratto. Insomma, l'operazione è fattibile. Ma alle parole dovranno essere accompagnati i fatti.