Presentato a Torino Italia-Croazia. Confermato il PalaVela, riserbo sui costi “E’ un accordo tra privati”. Abbonamenti da 23 a 178 euro. L’impianto ospiterà 8.000 posti.
Nicola Pietrangeli e Corrado Barazzutti
(Foto FIT / La foto in home page è di Costantini – FIT)

 
Dall’inviato a Torino, Riccardo Bisti – 19 dicembre 2012
 
“Bambini, chi ha costruito la Basilica di Superga?”
Mi alzai, e rimasero tutti stupiti. Non lo facevo spesso.
“L’ha costruita Juvarra, un architetto gobbo con quel cognome che comincia per Juv, in modo che l’aereo del Toro ci cascasse addosso…”


Questa divertente scena, raccontata da Massimo Gramellini (super-tifoso del Torino) in uno dei suoi libri, strappa una risata. L’unica di una giornata in cui, nel salone intitolato proprio a Filippo Juvarra (nel palazzo da lui progettato circa tre secoli fa), si è tenuto il primo atto di Italia-Croazia, assegnata a Torino ed RCS Sport tra bandi annullati e cambi di sede. Torino è sempre più bella, soprattutto dopo il restyling olimpico, ma ha faticato a trovare la sede adatta. Che poi, si sa, il PalaVela ha il problema di un’altezza non regolamentare che ha reso necessaria una deroga ITF. L'ok è giunto proprio alla vigilia della conferenza-evento ben condotta da Massimo Caputi, ma senza spunti di rilievo. Senza le domande dei giornalisti, non ci sarebbe stato un solo accenno al PalaRuffini (annunciato ufficialmente un mese fa e poi dismesso) e nemmeno al fatto che il PalaVela, a inizio febbraio, fosse già occupato da eventi sul ghiaccio. Su questo punto, tuttavia, il Comune (rappresentato dall’Assessore allo Sport Stefano Gallo) si sta già impegnando per trovare una sede alternativa (il Tazzoli?) dopo lo sfratto tennistico. “Giovedì avrò un incontro con i rappresentanti della federghiaccio regionale” ha detto Gallo.
  
Questa partita si doveva giocare a Torino, punto. E’ quanto emerso dalle parole dei relatori. Lo stesso Gallo, durante il suo intervento, ha ringraziato il presidente FIT Angelo Binaghi per aver raccolto l’invito della città sabauda. E' giusto: Torino è una Major City, aspetta la Davis da 32 anni e – parentesi olimpica a parte – ha fame di sport. A parte il palio calcistico, infatti, i torinesi non hanno sfoghi. La scelta è dunque sana e sensata. Ma il retrobottega, nascosto al grande pubblico, si poteva forse gestire meglio. Ma cosa è successo negli ultimi 30 giorni? Lorenzo De Salvo, responsabile Business Development per conto di RCS Sport, ha detto: “E' un grande piacere parlare di tennis. Organizzare la Davis arricchisce il nostro portafoglio di eventi: organizziamo il Giro d’Italia, il grande ciclismo, ci stiamo impegnando con la pallacanestro. E con Torino abbiamo un rapporto speciale, avendo portato la Final Eight della Coppa Italia di basket e gli Open d’Italia di golf. Da tempo RCS ha un rapporto di media-partner con la federtennis, e da anni si parlava di lavorare insieme. Abbiamo portato avanti la scelta di Torino perchè la Regione Piemonte è orientata a ospitare grandi eventi internazionali. Il PalaVela è una novità: ringraziamo l’Assessorato per aver deciso di sottrarlo al ghiaccio e concedercelo per più giorni”. A domanda più precisa, ha replicato: “Il Ruffini era consigliabile perchè di proprietà comunale, ma sia noi che la FIT abbiamo ritenuto che l’incontro meritasse un palazzetto di altro respiro. Al Ruffini avremmo potuto mettere in vendita meno biglietti. Quanto ci costerà di più? Conosciamo i gestori del PalaVela e abbiamo raggiunto un accordo tra privati. Per questo non mi sembra corretto parlare di cifre”.
 
Legittimo. Ma i lavori da fare sono tanti. E chissà se i 2.500 posti in più garantiti dal PalaVela saranno sufficienti a colmare le spese extra che andranno sostenute. Anche perchè si sarebbe deciso di praticare prezzi piuttosto popolari. Scelta giusta, che potrebbe riempire i circa 8.000 seggiolini del PalaVela anche grazie ad alcune iniziative promozionali. “Per la singola giornata, i biglietti di secondo anello si troveranno anche a 10 euro – continua De Salvo – sarà possibile acquistare abbonamenti sia per due che per tre giornate. Il costo degli abbonamenti per l’intero weekend oscillerà tra i 23 e i 178 euro". I posti più cari hanno un prezzo onestamente fuori mercato, ma è corretto dire che probabilmente saranno un numero esiguo sull’intera capienza. E’ certo che a Biella gli abbonamenti sarebbero costati ancora meno, con prezzi da un minimo di 15 a un massimo di 60 euro. “Ci sarà spazio per attività collaterali e aree commerciali. Vogliamo un'attività a 360 gradi, infatti vogliamo coinvolgere i circoli e le scuole”. Il discorso-biglietti, ad ogni modo, scatterà ufficialmente lunedì prossimo, alla vigilia di Natale. Tornando al discorso economico, RCS Sport dovrà sostenere quasi per intero le spese, poichè il comune verserà 27.500 euro e la Regione (rappresentata da Franco Ferraresi, vice direttore direzione regionale Cultura, Turismo e Sport) non è ancora in grado di ipotizzare la cifra a supporto dell’evento. “Per ragioni di bilancio, non posso ipotizzare quanto potremo investire come Regione” ha detto Ferraresi. Sembrano dunque finiti i tempi in cui l’ente supportava con generosità il tennis, favorendo la disputa dei challenger di Torino, Biella e Alessandria, il ricco ITF di Biella e consentiva di ospitare le finali di Serie A1 nel “reietto” PalaRuffini. Ma i tempi sono cambiati: le istituzioni lo sanno meglio di chiunque altro.
 
Alla conferenza stampa, che ha avuto il pregio della sobrietà, erano presenti anche Corrado Barazzutti e Nicola Pietrangeli. Quest’ultimo ha presenziato al posto dell’assente Sergio Palmieri. “Ho grandi ricordi di Torino. Intanto perchè da giovane ho fatto finta di lavorare per la Lancia – ha scherzato “Nick” – e poi per la vittoria agli Internazionali d’Italia del 1961, giocati qui nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia. In finale trovai Rod Laver, ci avevo perso cinque volte ma sempre sull’erba. Lui ha avuto il coraggio di vincere il primo set, poi ha fatto quattro game nei restanti tre”. Secondo molti, fu quella la migliore prestazione in assoluto di Pietrangeli. Sobria – come sempre – la presenza di Corrado Barazzutti: “Ho giocato due Davis a Torino e ho sempre vinto (“Non c’è due senza tre” è intervenuto Caputi, ndr). Con la Croazia abbiamo perso 3-2 nel 2008 ma ci siamo difesi bene. Abbiamo scelto di giocare sulla terra battuta perchè per noi è meglio rispetto al veloce, ma soprattutto abbiamo una squadra in crescita, i ragazzi sono consapevoli della loro forza. Possiamo battere la Croazia, sarebbe un premio sia per i ragazzi che per la federazione”.
 
PILLOLE TORINESI
 
8.000 posti per il PalaVela
Durante la conferenza stampa non si è parlato nè della deroga concessa dall’ITF per giocare al PalaVela nè dell’effettiva capienza. A margine, Lorenzo De Salvo ha detto che il problema dell’altezza è relativo soltanto al maxischermo centrale (speriamo che un pallonetto degli azzurri non ci vada a sbattere, magari su un punto importante…ndr) e che i regolamenti relativi all’altezza sono cambiati da poco. “E poi il PalaVela ci consente di avere 8.000 posti a disposizione”.
 
Cena Ufficiale alla Reggia di Venaria
Come ogni Davis che si rispetti, Italia-Croazia avrà una cena ufficiale. L’evento si terrà nell’incantevole cornice della Reggia di Venaria Reale.
 
Corsi e ricorsi storici
L'evento del Salone Juvarra si è tenuto nel giorno del 36esimo anniversario dell’unica vittoria italiana in Coppa Davis. Il 18 dicembre 1976, infatti, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci batterono Cornejo-Fillol assicurando agli azzurri il 3-0 nella finale di Santiago. Di quella squadra facevano parte anche Barazzutti (come giocatore) e Pietrangeli (come capitano).
 
Comunicazione Gazzetta-SuperTennis
L’incontro sarà trasmesso in diretta da SuperTennis, il canale della FIT, che continua a detenere i diritti della Coppa Davis. Via satellite, sarà reperibile in alta definizione. SuperTennis, tra l'altro, ha rinnovato l'accordo per trasmettere gli ATP 500 anche nel 2013. E' in corso la trattativa per i tornei WTA lasciati liberi da Eurosport: previste novità nei prossimi giorni. Grande attenzione anche dalla Gazzetta dello Sport. “Avere RCS significa anche un alto livello mediatico. Ci sarà un forte lavoro in termini di comunicazione” ha detto De Salvo.