di Gabriele Riva – foto Getty Images VAI ALL’ARCHIVIO TOP TEN
Maniavantismo: su un dizionario classicheggiante non c’è. Ma nella vita di tutti i giorni, e nello sport soprattutto, c’è eccome. Proviamo alla Fantozzi: “allora, dicesi Manavantismo, ehm, mmmm, no! Lo so! Direttore, abbi pietà che lo so”. Andiamo in aiuto al Ragioniere.
Maniavantismo
sostantivo
1 esercizio di prevedere un risultato o una prestazione futura in maniera negativa tale da non creare aspettative, illusioni o speranze nei protagonisti stessi o nei tifosi.
Sport: atteggiamento politico-mentale minimalista assunto dai tifosi di qualsiasi colore
Medicina: può sfociare nella sindrome del “L’avevo detto io”
Lo sport, se ci pensate, ne è colmo. Parlate con un interista: “Vincere la Champions? Ma va, il Barcellona è troppo più forte”; con un milanista: “Rimonta Scudetto? Scherzi? Siamo lì per caso, l’Inter è una corazzata”; con un ferrarista: “Alonso è al primo anno, deve abituarsi alla macchina. Mica può vincere subito il Mondiale”. Nel tennis è tutto molto, molto peggio. Perché il maniavantismo non si manifesta nel tifo, ma su se stessi. Quante volte vi è capitato di trovarvi davanti uno che vi guarda sorridendo e vi dice: “Ma tu sei troppo più forte, servi troppo bene per me. Io gioco una volta alla settimana”. Poi comincia il match, serve lui: due ace, dritto vincente e stop volley incrociata di rovescio. E tu pensi… beeep.
Ecco le dieci frasi più classiche del maniavantista patologico prima di una partita…
Al numero 10
“Eh sì, è proprio bello giocare sull’erba… io sono un terraiolo nato eh, però è proprio bello bello bello. Cominciamo?”
Al numero 9
“In forma sono in forma, solo che oggi ho le gambe un po’ indurite perché ieri ho fatto la Marcialonga sulle Dolomiti”
Al numero 8
– “Oggi vinci tu, non gioco da due settimane, ultimamente ho solo sciato”
– “Ma se è meta luglio…”
– “Ho lo chalet sul K2, va bene?!?”
Al numero 7
“In bocca al lupo, buona partita… non ti do la mano perché ho tante di quelle vesciche che se appena appena me la stringi vedo la Madonna dell’addolorata…”
Al numero 6
“Oggi non ho speranze, vinci tu: ieri m’è morto il gatto, ho litigato col capo ufficio e la mia fidanzata mi ha lasciato… per il capo ufficio”
Al numero 5
“Scegli di battere o di rispondere? Ah, senti, con chi giochi il prossimo turno?”
Al numero 4
“Potrei anche batterti oggi… se tu fossi zoppo, orbo e con un fiiilino di polmonite”
Al numero 3
“No, no, io me ne vado, non cominciamo neanche… Riesci a colpire la palla dopo solo un rimbalzo?!? E chi sei, Borg?!?”
Al numero 2
“Sì è vero, di solito lottiamo, l’ultima volta è finita 6-7 7-5 7-5… ma non c’era il vento. Poi io ho il sole in faccia, i crampi, il figlio del custode fuori dal campo si è messo a piangere mentre servivo la seconda, ogni tre minuti si sente la sirena dell’ambulanza passare, c’è una luce fastidiosa, in più le palle molli, le righe alte, troppa terra, si affonda, anzi no, sembra di essere sul cemento: non c’è un filo di terra”
E la frase più classica del maniavantista patologico prima di una partita è
“Ahio… me dolgono los dentes”
da un’idea di… David Letterman
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