di Gabriele Riva – foto Getty Images
Nel tennis c’è l’occhio di falco. Ciclismo e atletica possono contare sul fotofinish. Nell’hockey, nel basket, nel football americano, nel rimpiattino, a ruba-bandiera, castellone e palla-avvelenata c’è l’instant replay. Ma il calcio no: è romantico, tradizionalista, fedele alle vecchie abitudini. Guai a usare la fredda tecnologia o qualche diavoleria moderna (tipo uno schermo tivù): si rischierebbe di togliere la poesia. E così succede – oggidì: terza settimana del secondo mese dell’anno domini duemila e decimo – che una prestazione sportiva venga del tutto inficiata dall’errore umano di un arbitro o dei suoi assistenti. La Fiorentina, impegnata mercoledì scorso in Champions League a Monaco di Baviera, ha perso una partita che valeva una stagione (o quasi, visto che c’è da giocare ancora il ritorno) perché i vertici del pallone non si inchinano all’evoluzione della specie umana. Espulsione dubbia da una parte, ammonizione ecumenica dall’altra e, soprattutto, fuorigioco non proprio millimetrico e la frittata è fatta. Il fischietto era il norvegese Ovrebo: condizione fisica da orchestra del liscio e precedenti che al solo pensiero Drogba e Ballack non dormono per una settimana…
Tornando alla racchetta, il buon occhio di falco, che litighi più o meno spesso con il Monarca Federer, ha rivoluzionato il gioco. E ha cambiato storia a più di un match da quando è stato introdotto. Peccato funzioni solo sui campi principali dei maggiori tornei stagionali, per tutti gli altri, amatori compresi, il rischio di trovarsi sulla sedia un arbitro non proprio all’altezza c’è sempre…
Ecco le dieci cose che vi fanno venire il dubbio che sul seggiolone ad arbitrarvi ci sia Ovrebo.
Al numero 10
Crede che il doppio fallo sia da “rosso diretto”
Al numero 9
Se fate serve&volley vi toglie il punto perché siete in netta posizione di fuorigioco
Al numero 8
Al sorteggio fa sparire la moneta da 2 euro facendo l’occhiolino al vostro avversario biondissimo e con un sinistro accento bavarese
Al numero 7
Tutte le volte che i giudici di linea chiamano l’out li costringe ad agitare una bandierina
Al numero 6
Salendo i gradini della sedia a inizio partita li sfonda e si sfracella al suolo
Al numero 5
A metà del primo set è costretto a scendere di corsa dalla sedia, saltare le recinzioni e darsela a gambe perché tre furgoncini targati Firenze sono appena arrivati in derapata nel parcheggio del circolo
Al numero 4
Quando vi chiamano il fallo di piede, lui vi guarda brutto e vi mostra il cartellino giallo
Al numero 3
A game finito fischia tre volte
Al numero 2
Vi costringe a cambiare la vostra maglietta portafortuna solo perché è viola
E la prima cosa che vi fa venire il dubbio che sul seggiolone ad arbitrarvi ci sia Ovrebo è che
A fine match vedete due tizi che assomigliano tanto a Rummenigge e Platini brindare con lui al grido di “Muenchen Ueber Alles”
da un’idea di… David Letterman
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