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Un altro nome su cui pochissimi avrebbe puntato un copeco, è Rainer Schuettler, considerato tra i più deboli finalisti Slam (Australian Open 2003) e capace di entrare nella top 10 per due stagioni. Esattamente come Marcelo Rios, che quasi non si è accorto di aver passato un paio di settimane anche da numero uno del mondo ma che avrebbe dovuto metter su casa, in certe posizioni. Per un paio di stagioni, nell’élite ci sono finiti pure Jiri Novak, Nicolas Lapentti, Paradorn Srichaphan e, ai giorni nostri, Jack Sock e Pablo Carreno Busta. A quota una stagione, ottimi giocatori come Cedric Pioline, altri più discussi come Mariano Puerta. Ma anche Arnaud Clement e Nicolas Massu, Juan Monaco e Lucas Pouille.
In totale, sono 27 le nazioni che possono vantare un top 10 negli ultimi vent’anni (Svizzera, Spagna, Serbia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Argentina, Australia, Russia, Francia, Croazia, Giappone, Brasile, Canada, Austria, Svezia, Cile, Germania, Bulgaria, Olanda, Belgio, Sudafrica, Ecuador, Thailandia, Cipro, Slovacchia e Lettonia): manca l’Italia. E manca da quarant’anni.
Quest’anno, Fabio Fognini ha provato ad attaccare quella posizione. Fino alle ultime settimane, aveva una proiezione da numero 11 ATP; in realtà, la top 10 non era così vicina perché l’ultimo scalino era da quasi mille punti, corrispondenti a una vittoria Masters 1000, tanto per intenderci. Poi, un finale di stagione non esaltante, la crescita di alcuni giovani (vedi Khachanov) non gli ha permesso di superare il suo (comunque notevole) best ranking (numero 13). Possibilità per il 2019? A inizio stagione i punti da difendere sono tanti (semifinale a Sydney, ottavi all’Australian Open, vittoria a San Paolo, semifinale a Rio) ma, in generale, serve un risultato importante negli Slam e un rendimento più alto nei Masters 1000. Quindi un ulteriore salto di qualità, perché gli ultimi scalini sono i più difficili. Tecnicamente le qualità ci sono, ma con la crescita dei Next gen (Khachanov, Tsitsipas, Shapovalov) anche la concorrenza sta aumentando.