Nonostante i nuovi incarichi dirigenziali fra la Rafa Nadal Academy e il WTA di Maiorca, lo zio-coach di “Rafa” non ha alcuna intenzione di mollare in futuro l’attività di coach. “Non sono più giovanissimo, ma voglio continuare a viaggiare: il tennis mi piace ancora molto”. E l’obiettivo per il 2017 – ha confessato – è di tornare a vincere uno Slam.Il nipote che l’ha reso grande è ancora in attività, e pare non abbia alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo per almeno qualche anno, ma lo zio più famoso del mondo del tennis sta già lavorando per il proprio futuro. Ovviamente, fino a quando Rafael Nadal sarà in campo, Toni rimarrà al suo fianco. E anche se si sta aprendo gli orizzonti verso attività poco legate al campo – come la recente carica di direttore del WTA di Maiorca, o le tante idee sul futuro del tennis raccontate qualche mese fa all’Equipe – nel suo futuro ci sarà il coaching anche dopo il ritiro di “Rafa”. Non è una grandissima novità se si considera che ora ha anche la nuova accademia di Manacor da dirigere, ma guai a pensarlo dietro una scrivania a dare comandi: Toni vuole continuare a girare il mondo per i tornei, col sogno di costruire un nuovo campione (magari il cileno Christian Garin?). “La mia carriera di allenatore non finirà il giorno in cui Rafa andrà in pensione”, ha detto in un’intervista con l’agenzia spagnola EFE, a margine di una conferenza motivazionale tenuta giovedì a Valencia. “C’è l’accademia da gestire, abbiamo buoni giocatori e mi piace essere molto coinvolto. Non sono più giovanissimo, ma viaggiare mi piace ancora. Come mi piace ancora il tennis”.
 
Nel corso del suo intervento, parte di una serie di eventi denominati “Motivadores”, lo zio-coach ha raccontato qualche aneddoto sugli inizi del nipote. “Fino a 13 anni si è diviso fra tennis e calcio, e se avesse avuto la possibilità di giocare nelle giovanili del Real Madrid oggi probabilmente non farebbe il tennista. Anche se devo dire che a livello di squadra ha scelto molto male (Toni tifa Barcellona, squadra in cui ha militato a lungo il fratello Miguel Angel, pilastro della difesa nel dream team degli anni ’90 allenato da Johan Cruyff, ndr)”.  Toni ha aggiunto che sia lui sia il nipote non avrebbero mai pensato di arrivare a certi livelli già a 19 anni, aggiungendo che “ciò che gli ha permesso di vincere così tante partite è la sua capacità di resistere il più a lungo possibile. È il giocatore che ha vinto il maggior numero di incontri pur giocando male, perché è sempre pronto a tirare fuori qualcosa in più”. A sufficienza per tornare a vincere uno Slam? “Quello è il primo obiettivo per il prossimo anno. Vincerne almeno uno. La speranza, ovviamente, è che sia il Roland Garros”.