C'è anche il nome di "Bernie" nelle carte processuali su un presunto spaccio di droga. L'avrebbe orchestrato un suo amico, proprietario di alcuni night club. Avrebbe detto a una ragazza di avere 50.000 dollari di cocaina. Ma Pickering tuona: “Niente affatto!” 

Bernard Tomic sta vivendo un ottimo momento. Sembra avere messo la testa a posto. E' stato decisivo in Coppa Davis e a Indian Wells ha colto una convincente vittoria contro l'astronascente Borna Coric. Tuttavia, emergono ulteriori scorie di un passato burrascoso. Nei giorni scorsi è uscita la notizia secondo cui “Bernie” fosse coinvolto in un giro di droga: adesso, grazie a uno scoop del Gold Coast Bulletin, spuntano i verbali del tribunale. E c'è una testimonianza che sembrerebbe inguaiarlo: una ragazza sostiene che Tomic le avrebbe detto di essere in possesso di cocaina per un valore di 50.000 dollari. Il protagonista della vicenda è Jamie Pickering, proprietario di un locale di Gold Coast, accusato di aver venduto cocaina ad alcuni minori. Quest'ultimo ha detto che si difenderà in sede processuale, mentre Tomic non ha rilasciato commenti. In fondo si trova lontano dall'Australia: la scorsa settimana era in Repubblica Ceca per la Coppa Davis, oggi è a Indian Wells, dove al terzo turno se la vedrà con David Ferrer. Tra Tomic e Pickering esiste un'amicizia di vecchia data, da quando il giocatore ha preso a frequentare i suoi locali notturni a Gold Coast. Hanno fatto il giro del mondo le foto scattate nel novembre 2013, quando Tomic festeggiò il 21esimo compleanno al Sin City, uno dei locali di Pickering, avvinghiato ad alcune ballerine. Quest'ultimo è stato spesso visto in tribuna ai match dell'australiano, ma ha detto di non aver (ancora?) parlato con Tomic in merito al suo presunto coinvolgimento. “Anzi, non ne sa niente”.


I NIGHT CLUB DI PICKERING

“Se ha detto qualcosa del genere, è stato sicuramente uno scherzo – ha detto Pickering (nella foto a sinistra, durante un match di Tomic) – so per certo che Bernard non ha mai toccato quella roba e non ci è mai nemmeno andato vicino. E' stato sicuramente uno scherzo, male interpretato”. Pickering insiste sul concetto dello “scherzo”. A suo dire, Tomic non avrebbe mai potuto parlare seriamente. Lo stesso Pickering ha detto che in queste ore avrebbe provato a contattare l'amico per informarlo del suo coinvolgimento. Che poi, a ben vedere, è la semplice citazione da parte una testimone. “Credo proprio che per lui sarà una sorpresa”. Oltre al Sin City, Pickering gestisce un altro night club denominato “Varsity”. Lo scorso maggio è stato accusato di spaccio di droga: lo avrebbe fatto in quattro occasioni, da gennaio ad aprile, due di queste verso minori. La polizia, interpellata dal quotidiano australiano, ha confermato che Tomic non compare tra gli indagati. Gli avvocati di Pickering sostengono che non ci fossero prove sul fatto che la sostanza citata dalle ragazze fosse cocaina, poiché non l'avevano mai consumata in precedenza. Nella sua relazione scritta, il magistrato Ron Kilner sostiene che una delle testimoni ha detto che la polvere bianca non era stata associata a droga o cocaina. E qui entra in ballo Tomic: “L'unica eccezione riguarda Bernard Tomic: avrebbe detto a una ragazza di essere in possesso di 50.000 dollari di cocaina. Tuttavia, pare evidente che la polvere è stata percepita da lei come una droga illecita, pur non avendola mai ingerita”.


BERNIE HA MESSO LA TESTA A POSTO

La difesa ha provato a far cadere le accuse di spaccio verso minorenni. Le ragazze, infatti, erano in possesso di documenti falsi. Su questo punto, tuttavia, il magistrato non ha accolto l'istanza. Sarà una giuria a decidere se Pickering è stato sufficientemente attento nel valutare l'età delle ragazze. “Lui è proprietario di un night club e deve verificare con accuratezza le persone che provano ad entrarci”. Secondo Kilner, il proprietario di un locale del genere è perfettamente a conoscenza dei tentativi e dei trucchi escogitati dai minorenni per entrare, specie le ragazze particolarmente truccate. Pickering si è difeso con vigore, dicendo di essere particolarmente deluso per la “non-decisione” del magistrato, perchè gli indizi raccolti dalla polizia erano “sciatti e fragili”. In attesa dei pronunciamenti definitivi, l'impressione è che Tomic possa cavarsela. Se anche avesse detto quella frase, provarne la veridicità è molto difficile. Se non impossibile. Di certo, da quando non lavora più con papà John, sembra aver intrapreso la strada giusta, almeno sul campo da tennis. Sotto la guida del guru Tony Roche, che certo non tollererà i colpi di testa, ha ritrovato la solidità sul campo da tennis. Il suo obiettivo stagionale è l'ingresso tra i top-20. Le risse in cima ai palazzi, gli eccessi di velocità, le polemiche con i poliziotti e tutto il resto deve restare un fastidioso (e imbarazzate) ricordo. A questo punto, anche la droga.