Da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni – foto Getty Images
Doveva essere un fenomeno, Donald Young. Almeno così diceva qualche addetto ai lavori anni fa. Invece, pur con i progressi mostrati di recente, siamo ancora lontani anche da un’ipotesi di campione. A vederlo oggi racimolare un solo game di fronte a Paul Henri Mathieu, che è in crescita ma non è ancora al meglio (e pure al meglio non è certo Nadal), il colored americano ha fatto persino tenerezza. È la nona sconfitta al primo turno negli ultimi undici tornei disputati, per un giocatore che sembra un po’ perso alla ricerca di una dimensione. Sul Centrale monegasco Mathieu ha soltanto dovuto attendere con pazienza (nemmeno troppa, a dire il vero) l’errore del rivale, che puntualmente non mancava di arrivare: un’ora e 7 minuti in tutto per chiudere una partita di fatto mai davvero iniziata.
È stato questo l’evento clou della terza giornata al Country Club, in un programma francamente un po’ scarno, soprattutto se paragonato a quello di domani. Si è salvato Fernando Verdasco, che contro il belga Olivier Rochus era partito molto male, ma si è saputo riprendere in tempo chiudendo poi per 7-5 al terzo. Bene Tomic (su Istomin in due set comodi) e Melzer, che si è un po’ complicato la vita nel secondo set contro Kubot, quando è andato sotto di un break prima di rimediare vincendo gli ultimi tre game. A segno anche il talento di Dolgopolov, avanti con un facile 6-2 periodico in 57 minuti all’argentino Chela, ormai lontano parente del terraiolo solido di qualche stagione fa. Per i francesi, oltre al successo di Mathieu, da registrare anche la vittoria di Benneteau su Granollers e la sconfitta del qualificato Rufin contro Kohlschreiber.
Domani, invece, sarà una sorta di ‘Italian day’, con tutti e sei i nostri in gara. Sul Centrale aprirà il programma Fabio Fognini, opposto al francese Llodra in una partita che sarebbe stata alla portata di un Fognini al top, mentre nelle condizioni attuali il ligure rischia molto, visto che i problemi fisici sono alle spalle ma la condizione è ancora tutta da costruire. Come rischia molto Simone Bolelli, programmato come quarto e ultimo match sul Campo dei Principi contro il croato Marin Cilic. Tutto sommato Cilic è il tipo di giocatore che, tecnicamente, non dà troppo fastidio al bolognese, ma una vittoria contro il numero 22 al mondo ed ex numero 9 sarebbe comunque una mezza impresa. Il campo 2 sarà quasi monopolizzato dagli azzurri, con l’interessante derby Volandri-Giannessi in apertura, e a seguire Seppi-Hanescu e Starace-Berlocq, due sfide aperte con i nostri che hanno buone chance di andare avanti. Sempre domani, esordio per Andy Murray, opposto a Viktor Troicki in una ripetizione della drammatica sfida di Parigi dello scorso anno, vinta dall’inglese in cinque set. Bel match, sulla carta, quello tra Wawrinka e Lopez.
Sul fronte interviste, oggi è stata la volta di Rafa Nadal: “Non mi sento a mio agio fin da subito quando arrivo sulla terra – ha spiegato il maiorchino – anche se è la mia superficie preferita. Mi sto allenando a pieno ritmo da quattro giorni, e di sicuro non è un tempo sufficiente per poter essere al top. Bisogna avere pazienza, cercare di trovare la forma giorno dopo giorno, senza strafare”. Poi, l’ormai consueto attacco alla direzione che sta prendendo il mondo del tennis: “Sono sempre convinto che le superfici dure siano un problema per i giocatori, ma il circuito sta togliendo spazio alla terra per giocare sul duro. Pensate a quali altri sport dove c'è il rischio di subire un trauma fisico si giocano sul cemento. Forse il calcio o il basket?”. Insomma, un Nadal da battaglia. Per ora solo a parole, poi da mercoledì anche sul campo che lo ha visto vincere per sette volte di fila.
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