Bernard batte Malisse e diventa il più giovane tennista nei quarti a Wimbledon dai tempi di Boris Becker (1986). Adesso l’amico Nole..

da Londra, Giorgio Spalluto

 

La favola di Bernard Tomic non si arresta neanche negli ottavi di finale, davanti a un rigenerato Xavier Malisse, deciso ad avvicinare il risultato di una vita, la semifinale colta sui prati di Wimbledon nove anni fa quando Tomic non aveva compiuto nemmeno 10 anni. Il belga è rimasto imbrigliato dalle trame del 18enne di Goald Coast così come in precedenza lo erano stati Davydenko, Andreev e Soderling.

 

Numero 158 del mondo, partito dalle qualificazioni, Tomic non si è accontentato di diventare il più giovane tennista dai tempi di Michael Chang (1990) a raggiungere gli ottavi di finale a Wimbledon.

 

Grazie al successo odierno, il tennista di origini croate diventa così, con i suoi 18 anni e 226 giorni, il più giovane “quartofinalista” a Wimbledon dal 1986, l’anno del secondo titolo consecutivo vinto da un certo Boris Becker. Nell’Era Open hanno fatto meglio di Tomic, oltre a Becker, i soli Bjorn Borg (17 anni, 32 giorni nel 1973), e John McEnroe, che in comune con Tomic ha la nazione di nascita (la Germania) e che raggiunse i last eight nel 1977 a 18 anni e 136 giorni. Adesso l’obiettivo diventa quello di eguagliare il record di SuperMac che proprio nel 1977 si issò sino alle semifinali, partendo dalle qualificazioni come Bernard; stessa impresa centrata nel 2000 dal bielorusso Vladimir Voltchkov, l’ultimo qualificato a raggiungere i quarti prima di Tomic.

 

Non sarà facile emulare McEnroe, visto che il prossimo ostacolo si chiama Novak Djokovic, uno dei primi a felicitarsi per il suo gioco vario, per i suoi colpi sempre diversi. “Può essere la sorpresa del torneo. E’ uno dei giovani con più talento che frequentano il circuito. Deve fare ancora molta strada ma ha il gioco per battere i grandi”.

In conferenza stampa Tomic è stato sollecitato sul suo prossimo avversario che è anche un suo grande amico. “Parliamo nella nostra lingua serbo-croata. Abbiamo giocato un set di allenamento e mi ha distrutto. Spero solo che la prossima volta, in campo, non si ripeterà”.

 

Tomic ha già battuto Nole, seppur in un match di esibizione a Kooyong: “Da allora abbiamo giocato una dozzina di volte. Credo a lui faccia piacere fare qualche scambio con me. Per quanto mi riguarda è sempre un piacere potermi confrontare con lui perché è un occasione per imparare cose nuove”.

 

L’Australia ha una grande tradizione. Riuscirà Bernard a reggere il macigno di un movimento in crisi abbandonato anche da Lleyton Hewitt che la prossima settimana cederà lo scettro di n.1 in patria dopo più di 7 anni proprio a Tomic? “Ci provo. Penso di potercela fare ma ci sono anche tanti altri junior che stanno emergendo”.

 

Proprio riguardo al suo periodo giovanile, Tomic ha ricordato di essersi trasferito fin da subito in Australia quando aveva due anni e mezzo, tre. “Una scelta di cui non mi sono mai pentito. Ho iniziato a giocare a tennis a sette anni e mezzo: non gioco da così tanto tempo, in fondo”. Scherza Bernard che poi spiega agli astanti quello che è cambiato nel suo gioco nell’ultimo periodo.

 “Sin da quando ero junior, gioco un’ottima fase difensiva che mi consentiva di vincere qualche titolo contro avversari che sbagliavano più di me. Quando ho cominciato a giocare nel circuito maggiore mi sono reso conto che la differenza stava nella minore fallibilità di coloro che ha di fronte”.

 

Perché mi sta succedendo tutto questo adesso? Perché prima o poi doveva accadere”. Certo, quando nel secondo turno di qualificazione si è trovato a due punti dalla sconfitta e, nel match contro Andreev era sotto di due set e un break, mai si sarebbe aspettato di essere ancora in gara nella seconda settimana del torneo. Non ci sono stati problemi per quanto riguarda il prolungamento della permanenza nello stesso alloggio: “Sono sempre nella stessa casa dalle qualificazioni. Sarà la casa portarmi fortuna”. Oppure la doccia. “Utilizzo sempre la stessa nello spogliatoio”. E nel caso sia occupata? “Aspetto”. Non ha fretta Tomic. Sa aspettare il suo momento. E’ un diciottenne australiano come gli altri, stando alle sue parole: “Come i miei coetanei aussie, non ho smesso di andare in spiaggia e dilettarmi con il barbecue. Anzi, ho in programma di farne di più da qui in avanti”. Sul futuro di questo suo torneo, che dopo Djokovic, potrebbe vederlo opposto prima a Federer e poi a Nadal. “Anything is possible. Non sarei qui seduto davanti a voi se non fosse così”.

 


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