Dopo un avvio promettente, Rafa si arrende per 3-6 6-2 6-0. Per lo scozzese è il 20° titolo in carriera. Se vince a Shanghai sale al n° 3…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Non sono tanti i giocatori che possono vantarsi di avere inflitto un 6-0 a Rafael Nadal.

Andy Murray ci è riuscito al termine di una finale, quella di Tokyo, dai due volti, che ha visto l’ex numero 1 del mondo cedere di schianto, dopo un avvio promettente, e arrendersi con un netto 3-6 6-2 6-0.

Per la prima volta in carriera il tennista britannico riesce a imporsi su Rafa in rimonta, in quella che è la sua quinta vittoria sul maiorchino in 18 incontri. Entrambi si presentavano a questa finale con grandi motivazioni: Nadal non vince un torneo sul cemento da un anno esatto, quando battendo Monfils si aggiudicò il torneo giapponese, Murray, invece, ha bisogno di punti importanti per ultimare la caccia della terza posizione mondiale.

 

La partenza fulminea di Nadal (3-0) è agevolata dall’estrema fallosità di Murray che dopo soli due giochi ha già commesso 5 errori gratuiti. La partita scorre via liscia fino al 4-2 quando Murray recupera uno svantaggio di 40-15, procurandosi la prima palla break del suo incontro.

Nadal la annulla con la consueta autorità e, con un ace, si procura la palla per il 5-2, concretizzata poco dopo. Lo spagnolo si ritrova in difficoltà (0-30) due game più tardi, quando è chiamato a servire per il set, ma riesce comunque a cavarsi d’impaccio, chiudendo il parziale alla prima occasione, venendo a prendersi il punto a rete.

 

L’ottimo finale di primo set dello scozzese funge da preludio a quello che accadrà in apertura di seconda frazione. Nel quarto game Andy recupera uno svantaggio di 40-15 e, alla terza occasione, riesce a violare il fortino del manacorino (3-1 Murray), grazie anche alla collaborazione di quest’ultimo, autore di un pessimo dritto che finisce in corridoio. E’ il game su cui gira definitivamente l’inerzia del match.

Murray prova a rovinare tutto regalando con tre errori altrettante palle del contro break allo spagnolo che, però, nulla può sui tre ace consecutivi messi a referto dal suo avversario.

Con un incredibile passante di rovescio, Nadal si procura una quarta palla break, annullata da un dritto lungo linea vincente del britannico che consolida così il vantaggio (4-1). Il match praticamente si chiude a metà secondo set.

Lo spagnolo sembra a corto di energie, i suoi colpi sono sempre meno profondi e Murray ha gioco facile nel trovare angoli su cui Rafa non può nulla. Dall’1-1 pari del secondo set, lo spagnolo subisce un severo parziale di 11 game a 1, con un 8-0 finale che ha ricordato l’epilogo della finale di Rotterdam 2009 in cui Nadal si arrese allo scozzese sempre 6-0 per nel set decisivo. In quell’occasione, però, lo spagnolo era condizionato da un evidente problema fisico.

 

Subire un “bagel” a livello di finali, non rappresenta di certo una novità per Nadal. Degli undici “6-0” patiti in carriera, ben sette sono giunti sorprendentemente in un match che assegnava un titolo. Prima della finale di Rotterdam 2009, c’erano state le “ciambelle” subite da Youzhny a Chennai nel 2008, da Nalbandian a Bercy 2007, da Federer ad Amburgo 2007 e Wimbledon 2006 e quella inflittagli da Coria a Montecarlo 2005. Un “6-0”, quest’ultimo, più dolce in quanto non aveva pregiudicato l’esito comunque vittorioso dell’atto conclusivo monegasco.  

 

Per Murray quello odierno è il 20° titolo in carriera, giunto a una settimana di distanza dall’alloro conquistato a Bangkok. Dovesse centrare il “triplete” tra sette giorni a Shanghai, supererebbe in classifica Roger Federer, assente nell’imminente Masters 1000 cinese in cui l’anno scorso aveva raggiunto la finale.

 


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