Fra i tanti modi possibili per diventare numero uno al mondo, a Andy Murray è capitato il meno felice. Vista la fatica fatta per raggiungere e superare Novak Djokovic, avrebbe almeno meritato la libidine di superarlo con un successo sul campo, anche se la sostanza cambia di poco. “Quando ho saputo del forfait di Milos – ha detto Murray davanti ai giornalisti – ho provato una strana sensazione. Me l’ha comunicato lui stesso: ero negli spogliatoio, e stavo guardando sull’iPad le immagini del suo incontro di ieri, quando è venuto da me e mi ha detto che non sarebbe sceso in campo. Sicuramente non mi sarei mai aspettato di farcela in questo modo. È un peccato, mi sarebbe piaciuto conquistarmelo con un successo, ma devo anche tener presente che sono anni che lavoro per arrivare dove sono arrivato. Il percorso è stato molto lungo. Tuttavia, non mi sarei mai aspettato di farcela, e non era nei programmi per questa stagione, visto quanto ero lontano da Novak dopo il Roland Garros. Ma nello sport le cose cambiano rapidamente: ieri lui ha perso con Cilic, che in precedenza aveva battuto per quattordici volte, mentre oggi Cilic ha perso con Isner, dopo averlo sconfitto in tutte le loro sei sfide precedenti”.
“Il percorso che mi ha portato fino a qui – ha continuato il 26esimo numero uno del mondo nella storia dell’ATP (anche se ufficialmente lo diventerà da lunedì – è stato lungo e faticoso. Il livello degli altri giocatori è incredibile, e per mettermeli dietro tutti ho dovuto vincere un sacco di incontri, arrivare in fondo a un sacco di tornei. A parte l’ultimo periodo, Novak ha avuto un anno incredibile. Per me è stato tutto incredibilmente difficile, ma ora ce l’ho fatta. Adesso devo cercare nuovi stimoli che mi spingano fare sempre meglio”. Il primo ce l’avrà fra pochi giorni, in casa, a Londra: le ATP World Tour Finals. Con Djokovic a mezzo servizio, senza Federer e Nadal e senza dover pensare alla Davis come nel 2015. E fra poco più di due mesi c’è quell’Australian Open dove ha giocato cinque finali senza mai vincerne una. Per il primo periodo del suo regno, insomma, trovare le motivazioni non dovrebbe risultare troppo complicato.
Tocca a Murray: “a caccia di stimoli per fare ancora meglio”
Andy Murray, fresco di promozione al numero uno ATP (anche se sarà ufficiale da lunedì), ha parlato davanti ai giornalisti. “Avrei preferito superare Djokovic in un altro modo, ma oggi ho raggiunto il risultato per cui ho lavorato una vita intera. È stata lunga e durissima, e ora che ce l’ho fatta voglio trovare altre motivazioni per crescere ancora”.