Tennis Integrity Unit annuncia l’assunzione di due nuovi investigatori e lancia la figura dell’education manager. Nel frattempo, comunica il totale dei match sospetti dell’ultimo trimestre: 96. Sono già 217 dall’inizio dell’anno, probabile il sorpasso al totale del 2016. È un bene o un male?

Dal caos scommesse denunciato a gennaio dalla BBC alle “scoperte” degli hacker di Fancy Bear, passando per il caso di Maria Sharapova, il 2016 del tennis è stato ricco di eventi negativi. Hanno gettato in cattiva luce, spesso senza reali prove, l’immagine del nostro sport, ma hanno contribuito anche a far aprire gli occhi su determinate tematiche. Non è un caso che l’ITF abbia annunciato una nuova policy sulla pubblicazione delle sanzioni provvisorie, un tempo celate fino ai processi, mentre la Tennis Integrity Unit abbia appena annunciato, nel classico report trimestrale che viene pubblicato sul suo sito, un raddoppio dello staff in meno di dodici mesi. A inizio 2016 erano in cinque a comporre l’unità anti-corruzione, mentre ora sono diventati dieci, dopo l’assunzione in primavera di un nuovo investigatore e di un esperto nell’analisi di dati e flussi di scommesse, e quella più recente di altre tre persone. Si tratta di due nuovi investigatori, Sarah Hamlet e Lacksley Harris, che si aggiungeranno al team di lavoro di base a Londra, e di un “education manager”, una nuova figura che avrà il compito di lavorare per una migliore diffusione dei programmi anti-corruzione rivolti a giocatori e ufficiali di gara. L’investimento per l’espansione del gruppo di lavoro è stato discusso con il Tennis Integrity Board, formato da Philip Brook, chairman di Wimbledon, il presidente ITF David Haggerty e i due CEO di ATP e WTA: Chris Kermode e Steve Simon.

La TIU ha inoltre informato di aver aggiornato i programmi di educazione per il 2017, e di aver “formato” nell’anno in corso oltre 25.000 giocatori, in pratica tutti coloro che pagano l’ipin, la tassa ITF (di 60 dollari) necessaria per disporre dell’account per permette di iscriversi ai tornei. Sempre attraverso il report, rilasciato nella giornata di ieri, la TIU ha comunicato di aver ricevuto nell’ultimo trimestre segnalazioni di match sospetto in 96 casi, così ripartiti: Wimbledon (1), Us Open (1), circuito Challenger  (31), Itf maschili (54), Itf femminili (9). Dati che confermano un trend ormai noto: capita molto più spesso che a truccare gli incontri siano gli uomini, che il numero di “fix” che aumenta in maniera diversamente proporzionale al livello di tornei (e di guadagni). La percentuale di match sospetti resta comunque minuscola in confronto al totale: solamente lo 0,27% dei 35.041 incontri professionistici disputati fra luglio, agosto e settembre. Tutti gli incontri teatro di possibili combine sono sotto l’analisi della TIU, che al solito si svolge in forma assolutamente riservata. Nel 2015 gli incontri sospetti furono in tutto 246, mentre quest’anno sono già stati 217. Con una media superiore ai 70 ogni trimestre, malgrado a novembre e dicembre il numero di tornei calerà, il dato è destinato a passare comunque il totale dello scorso anno. Può significare due cose: o il fenomeno del match fixing è in aumento o i maggiori sforzi della TIU stanno sortendo gli effetti sperati.