TORNEI ATP – Entrambe le finali si sono decise al tie-break decisivo. Ad Amburgo arriva il primo titolo per Leonardo Mayer, mentre Bernard Tomic centra la riscossa e Bogotà.
Di Riccardo Bisti – 21 luglio 2014
Leonardo Mayer e Bernard Tomic hanno una cosa in comune: si sono spinti al tie-break del terzo set per vincere i tornei della settimana, rispettivamente Amburgo e Bogotà. Per il resto, sono piuttosto diversi. Per provenienza, per tipo di gioco, per mentalità. Tuttavia, entrambi ricorderanno con affetto una settimana non certo cruciale del calendario ATP.
LEONARDO E' DIVENTATO GRANDE
Il correntino ha ottenuto in una volta sola il primo titolo ATP e il miglior successo in carriera, peraltro in un torneo 500, categoria ben più elitaria rispetto ai 250. Che “Leo” stesse giocando un gran tennis, beh, si era capito a Wimbledon, dove aveva centrato gli ottavi. Per la prima volta, dopo tanti anni, era entrato tra i top-50 ATP. Ma ad Amburgo ha offerto il meglio di sè, battendo un (molto) nervoso David Ferrer con il punteggio di 6-7 6-1 7-6. Avrebbe potuto vincere con più facilità se non si fosse fatto prendere dal nervoso nel primo set, quando era stato avanti di un break in due occasioni. Oppure nel terzo, quando al momento di chiudere (5-4 e servizio) si è fatto riacchiappare dallo spagnolo. A quel punto, pochi credevano che Mayer avrebbe alzato il trofeo. Invece Ferrer si è fatto prendere dal nervoso e ha lasciato l’iniziativa a un argentino strano, che serve regolarmente sopra i 200 km/h e trova buone soluzioni con entrambi i fondamentali. Non sarà un mostro di eleganza, nemmeno nel modo di esprimersi, però adotta un tennis piacevole, a tutto campo, che lo rende competitivo su tutte le superfici. Con Del Potro ai box, Monaco in caduta libera e Berlocq con limiti precisi, l’Argentina si trova a dover fare affidamento proprio su di lui. Mayer non ha l’espressione più intelligente del mondo, però in campo fa sempre il suo dovere. Con questo successo si attesterà intorno alle 30esima posizione. “All’inizio del match ero nervoso – ha detto – poi mi sono rilassato e ho inizito a giocare meglio. Lui ha commesso alcuni errori che mi hanno rimesso in partita. E ho provato a divertirmi. Non ero il favorito-top, ma ci ho messo ogni energia perchè volevo vincere ad ogni costo”. Mayer è il quarto argentino a vincere ad Amburgo dopo Vilas, Coria e Monaco. Ed è anche il quarto a cogliere il primo titolo ATP nel 2014: prima di lui c’erano riusciti Federico Delbonis, Roberto Bautista Agut e Pablo Cuevas. Sul cemento può dire la sua: questo ragazzone, alto e smilzo, non è mai stato preso troppo sul serio. Chissà che da oggi non cambi qualcosa…
ATP AMBURGO – FINALE
Leonardo Mayer (ARG) b. David Ferrer (SPA) 6-7 6-1 7-6
TOMIC REAGISCE ALLA PUNTURA
Chi invece è sempre stato preso sul serio, forse troppo, è Bernard Tomic. Baby fenomeno, grande promessa, fiammante realtà…ma poi si è perso nei meandri di una vita sregolata, per nulla adatta a un professionista. Ci si è messa anche un pizzico di sfortuna, con il problema all’anca che lo ha costretto a uno stop di quattro mesi dopo l’Australian Open. Il rientro è stato pessimo, tanto che IMG ha deciso di non rappresentarlo più. Ci voleva una scossa, una puntura nell’orgoglio, per dargli la scossa. La risposta è arrivata nell’altura di Bogotà, dove si è aggiudicato il secondo titolo in carriera. Lo ha fatto alla grande, perchè battere Ivo Karlovic in quota è una vera impresa. Il croato era campione in carica del “Claro Open Colombia”, ma non gli sono bastati 39 ace per battere l’australiano, vincitore con lo score di 7-6 3-6 7-6. La classifica di Tomic, franata al numero 124 ATP, gli impedirà di entrare in tabellone allo Us Open. O qualificazioni o wild card. Con questo successo, forse, avrà convinto Tennis Australia a girargli l’invito messo a disposizione dalla USTA. Intanto tornerà di slancio tra i top-100 e imita Ken Rosewall, ultimo australiano a vincere un torneo in Sud America (Buenos Aires 1968). Tomic ha saputo gestire i momenti importanti con una tecnica superiore, in grado di minare sul più bello le certezze di Karlovic. Risposte sui piedi e pallonetti millimetrici gli hanno regalato il successo. A 22 anni, “Bernie” torna competitivo e sarà una mina vagante nei prossimi tornei. In fondo, lui è cresciuto proprio sul cemento e la Us Open Series potrebbe segnarne il rilancio. Non è da escludere che, oltre alla vicenda IMG, sia stato stimolato dall’esplosione di Nick Kyrgios, che gli ha scippato un bel po’ di attenzione. Fosse davvero così, gli australiani possono fregarsi le mani: con questi due ragazzotti (più Kokkinakis e Saville in rampa di lancio), i canguri potrebbero tornare a saltare. Non c'è niente di meglio che un po' di sana concorrenza.
ATP BOGOTA' – FINALE
Bernard Tomic (AUS) b. Ivo Karlovic (CRO) 7-6 3-6 7-6
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