Di Lorenzo Cazzaniga   Al Longwood Cricket Club erano abituati ai grandi eventi: storico tennis club americano, era frequentato dalla Boston che conta. Tanto per intenderci, quel 18 luglio 1912 la maggior parte dei soci si era presentato con un nuovo mezzo di locomozione: l’automobile. Ed erano tutti accorsi per vedere un match che sarebbe entrato nella storia: il 21enne Richard Williams opposto al 27enne Karl Behr. Era l’estate di 100 anni fa: si giocava ancora con i pantaloni lunghi, le polo rigorosamente immacolate, scarpe in pelle e racchette di legno. Si battagliava con estrema sportività e si chiudeva il match gustandosi un brandy in club house. Era l’era ante-professionismo, dove non esisteva prize money e i migliori giocatori erano ancor prima avvocati o businessman. Il match fu un’esercitazione balistica infarcita di acuta strategia. Il giovane Williams cominciò aggredendo e conquistando i primi due set, prima che Behr gli prendesse le misure vincendo l’incontro per 0-6 7-9 6-2 6-1 6-4. Due futuri Hall of Famers spinti al limite del loro talento, al punto che il New York Times lo descrisse come “la più grande battaglia vista nei 22 anni di disputa del torneo di Longwood”. Tuttavia, la particolarità di quel match stava nella storia dei due giocatori che solo 12 settimane prima (ed esattamente un secolo fa) erano sopravvissuti al più grande disastro marittimo della storia: il naufragio del Titanic.   Per leggere il resto dell’articolo, acquistate la rivista TENNISBEST Magazine attualmente in edicola
 
Al Longwood Cricket Club erano abituati ai grandi eventi: storico tennis club americano, era frequentato dalla Boston che conta. Tanto per intenderci, quel 18 luglio 1912 la maggior parte dei soci si era presentato con un nuovo mezzo di locomozione: l’automobile. Ed erano tutti accorsi per vedere un match che sarebbe entrato nella storia: il 21enne Richard Williams opposto al 27enne Karl Behr. Era l’estate di 100 anni fa: si giocava ancora con i pantaloni lunghi, le polo rigorosamente immacolate, scarpe in pelle e racchette di legno. Si battagliava con estrema sportività e si chiudeva il match gustandosi un brandy in club house. Era l’era ante-professionismo, dove non esisteva prize money e i migliori giocatori erano ancor prima avvocati o businessman. Il match fu un’esercitazione balistica infarcita di acuta strategia. Il giovane Williams cominciò aggredendo e conquistando i primi due set, prima che Behr gli prendesse le misure vincendo l’incontro per 0-6 7-9 6-2 6-1 6-4. Due futuri Hall of Famers spinti al limite del loro talento, al punto che il New York Times lo descrisse come “la più grande battaglia vista nei 22 anni di disputa del torneo di Longwood”. Tuttavia, la particolarità di quel match stava nella storia dei due giocatori che solo 12 settimane prima (ed esattamente un secolo fa) erano sopravvissuti al più grande disastro marittimo della storia: il naufragio del Titanic.
 
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