Rafael Nadal prima domina, si addormenta ma alla fine supera Jo-Wilfried Tsonga e va a caccia del suo 23esimo titolo Masters 1000. In finale pesca Djokovic, che ha lasciato tre giochi a Fognini.
La stretta di mano tra Rafael Nadal e Jo Wilfried Tsonga
Di Lorenzo Cazzaniga – 20 aprile 2013
Solo lo sciovinismo dei francesi poteva far credere ad una prima semifinale equilibrata, nonostante un Jo Tsonga in crescita e un Rafa Nadal che il giorno prima contro Dimitrov è parso un filo più vulnerabile del solito. E’ però bastato un passante miracoloso dello spagnolo per annullare una palla break nel quarto game, per capire che si sarebbe trattato di una pura formalità. Almeno fino al 6-3 5-1 e servizio Spagna. Fino a quell’istante, solo raramente Tsonga era riuscito a prendere in mano l’inerzia dello scambio; il più delle volte era stato cacciato appena sotto i palchi e il fatto che tale trattamento sia stato riservato a lui come a Dimitrov (generalmente due giocatori che amano molto l’offesa), indica che sono più i meriti di Nadal che i demeriti dei suoi avversari.
Poi, è cominciata un’altra partita. Uno Tsonga liberato da qualsiasi strategia tattica, ha semplicemente lasciato andare tutto, contro un Nadal apparso d’un tratto sorpreso, forse un pochino addormentato da quello che era fin lì parso un allenamento nemmeno troppo sostenuto. Lo spagnolo ha prima ceduto un turno di battuta, poi non ha sfruttato sul 5-2 tre match point consecutivi, quindi ha perso anche il secondo break di vantaggio nonostante gli fosse riuscita la clamorosa impresa di annullare due palle break consecutive con altrettanti ace. Tsonga è riuscito ad annullare col servizio anche un quarto match point, prima di trascinare il set al tie-break. Un jeu decisif deciso dalle qualità difensive di Nadal: prima un recupero disperato per non far scappare l’avversario, quindi un passante di diritto in corsa per l’allungo decisivo.
Nadal è comunque apparso in buone condizioni, grazie anche alla tournée sudamericana e alla rinuncia al torneo di Miami che gli hanno consentito di prepararsi alla terra rossa europea con discreto e inusuale anticipo. Molto solido, con la solita uncinata di diritto contro la quale solo Djokovic sembra aver trovato un’adeguata contromisura (grazie al suo clamoroso anticipo bimane di rovescio) e un (non più) sorprendente equilibrio quando è chiamato a rincorrere sul lato del rovescio, figlio delle corse in monopattino ai quali lo ha costretto da ragazzo quel genio di Joan Forcades, il preparatore atletico che ne ha costruito il fisico. Gli manca qualcosa nel rush finale, visto che ha consentito sia a Dimitrov sia a Tsonga di rientrare nel match. Ma come ha sottolineato lo stesso Rafa, un’assenza di sette mesi dai campi, qualche strascico lo lascia.
Non resta quindi che aggiornare le statistiche sul rosso di Rafael Nadal che lo stesso Bjorn Borg, avvistato sulle tribune, ha indicato come il miglior terraiolo di sempre: quella contro Tsonga è stata la 46esima vittoria consecutiva a Monte-Carlo; domani andrà a caccia del nono titolo di fila nel Principato, il 23esimo in carriera nei Masters 1000, il 38esimo sulla terra battuta. Tornerà anche a vedere le vette del ranking mondiale più vicine e, un’eventuale vittoria finale, lo catapulterebbe al secondo posto della classifica 2013, nemmeno troppo lontano da Novak Djokovic e nonostante la forzata assenza nel primo Slam stagionale.
THE MASTERS
La classifica dei giocatori che hanno vinto più titoli Masters 1000 in carriera.
1. Rafael Nadal 22
2. Roger Federer 21
3. Andre Agassi 17
4. Novak Djokovic 13
5. Pete Sampras 11
TERRAIOLI DOC
La classifica dei giocatori che hanno vinto più tornei sulla terra battuta in carriera.
1. Guillermo Vilas 45
2. Thomas Muster40
3. Rafael Nadal 38
4. Bjorn Borg 30
4. Manuel Orantes 30
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