Dominic Thiem dimostra di valere già i top 10, ma anche di avere ulteriori margini di miglioramento. E un Nadal così così, tira su una partita che si era compromessa.

Ammirevole. Difficile rimanere indifferenti davanti all’ennesima esibizione di abnegazione di Rafael Nadal, il quale par chiaro non essere più in grado di reggere certi livelli, che vede l’obiettivo dei 17 Slam di Roger Federer come una chimera sempre più lontana, ma che è ancora in grado di mettersi tre metri dietro la riga di fondo, lasciarsi prendere a cazzotti da un giovanotto come Dominic Thiem, salvare 15 palle break su 16 nel solo primo set, e uscire vincitore da un match che, se il tennis fosse la ginnastica artistica, per tre quarti di partita l’avrebbe visto nettamente sconfitto ai punti contro un tizio che gli ha tirato decine di vincenti ed è destinato a diventare una presenza fissa nei top 10, appena gli avranno insegnato che non è necessario picchiare sulle righe anche quando il campo è libero e che un filo di tennis percentuale funziona anche nell’era del Power Tennis.

All’inizio del match, Nadal è apparso talmente groggy, tanto da far pensare a qualche bicchiere di troppo, imposto dai festeggiamenti per l’eliminazione dell’odiato Barcellona in Champions League, il giorno dopo la remuntada del suo Real Madrid contro il Wolfsburg. In realtà, temo che i match di Nadal siano destinati ad assomigliarsi (quasi) tutti a quello che abbiamo ammirato oggi, cioè trasformati in qualcosa del tutto simile alle gare a inseguimento che tanto piacciono agli appassionati di ciclismo. Ad ogni giro, Nadal perde qualche millesimo, prova a recuperarlo, lo riperde, lo recupera nuovamente e poi… E poi il divario da sottile diventa incolmabile se dall’altra parte della rete c’è un Djokovic o giù di lì; se invece c’è un giovanotto forte ma ancora acerbo, allora riesce a tirarla su in qualche modo. Come è successo oggi, sul più bel campo centrale del mondo.

Thiem è partito forte, a differenza dei primi due turni dove aveva sempre lasciato il primo set al suo avversario. Nadal stava appollaiato vicino ai giudici di linea, spinto lontano da un tipo che ha un rovescio monomano straordinario e un dritto solo un filo meno preciso. Thiem ha preso e perso un break di vantaggio, poi non so chi dei due è riuscito nella clamorosa impresa di sciupare o annullare (a seconda dei punti di vista) 15 palle break su 16. Chiaro che dei due, è stato l’austriaco a non sfruttarle, e almeno la metà per eccesso di impudenza, un desiderio inopportuno di picchiare a tutto braccio, anche quando poteva chiudere il punto di conserva. Dotatissimo, Thiem non è apparso un genio della tattica e forse un tizio alla Santoro al suo fianco, potrebbe insegnargli che la forza non è tutto, nel nostro sport (se Dio vuole). Paolo Bertolucci, affacciato ai finestroni della sala stampa, con la solita sagacia ha sentenziato alla fine del primo parziale: “7-5 6-3 Nadal. Due anni fa. Adesso non saprei”. E’ finita così anche oggi, con Thiem che ha retto fino alla metà del secondo set.

In conferenza stampa, Thiem è apparso più saggio che sul campo, ricordando che è “da match ed esperienze come queste che si cresce e si diventa un giocatore migliore, se riesci a giudicarlo in prospettiva. Il livello del primo set è stato altissimo. Certo, c’è della frustrazione per le stupidate che ho commesso su alcune palle break, ma in generale devo ricordarmi che questo incontro mi servirà molto. Se sono stanco per aver giocato tanto in questo inizio di stagione? Come faccio a essere stanco dopo un anno e mezzo che sono sul circuito? E poi adesso per qualche mese non ci sarà più jet leg…”.

Va detto che, nella gioia per la vittoria, Nadal e lo zio Toni non credo che escano rassicurati da questa partita. Sempre straordinario nella volontà, Nadal pare incapace di trovare soluzioni vincenti con un tennis che ha perso di forza, aggressività e quel punch spesso decisivo. Come un welter diventato improvvisamente piuma. Temo che contro i top players rischia addirittura la figuraccia, contro le giovani leve può sempre sperare nel loro aiuto, come Thiem gli ha offerto oggi in varie occasioni. Nadal sembra ormai costretto a giocare d’astuzia, se non proprio d’ostruzione, pratica poco diffusa nella nostra disciplina e se Ligabue non l’avesse già dedicata ad Oriali, la vita da mediano calzerebbe a pennello per questo Nadal. Che è tornato al vecchio setup di attrezzatura per rivivere sensazioni sopite: dopo aver provato un nuovo telaio fino a Miami, con armeggio Luxilon Original 1.30, adesso impugna di nuovo la storica Babolat Aeropro con corde Babolat RPM Blast 1.35. Nadal è tornato ad aver voglia di vincere, ma è passato dalla large alla medium e i cui colpi hanno smesso di far male. E soprattutto di spaventare i suoi avversari che non entrano più in campo con l’aereo prenotato per la sera stessa, ma con la convinzione di avere una bella storia da raccontare ai nipotini.

Ora Nadal è atteso da Stan Wawrinka, che ha spezzato al resistenza di Gilles Simon. Se non accade un miracolo, sabato in gara troveremo lo svizzero.

ATP MASTERS 1000 MONTE CARLO – Ottavi di Finale
Rafael Nadal (SPA) b. Dominic Thiem (AUT) 7-5 6-3