Battendo Wawrinka in due tie-break, Rafael Nadal si assicura il numero 1 ATP. Nessuno lo merita più di lui. Adesso cerca di abbattere il tabù dei tornei indoor. 
Rafael Nadal è il primo semifinalista alle ATP World Tour Finals

Di Riccardo Bisti – 6 novembre 2013

 
Per capire l'importanza della vittoria su Rafael Nadal su Stanislas Wawrinka, al di là dei precedenti, bisogna dare un’occhiata alla sua carriera. Su 60 titoli ATP, lo spagnolo ne ha vinti appena due sotto un tetto. Il primo risale al 2005, quando rimontò due set di svantaggio a Ljubicic a Madrid. L’altro nove mesi fa, a San Paolo, ma era un ATP 250 sulla terra battuta. Non esattamente un super-torneo. Inoltre vanta solo tre finali: Parigi Bercy 2008, Rotterdam 2009 e il Masters 2010, quando perse nettamente contro Federer. Insomma, non è certo uno specialista dei campi indoor. Chi non lo ama, ovviamente, interpreta così il suo desiderio di avere un Masters itinerante sia di sede che di superficie. La sua tesi è semplice: se durante l’anno si lotta su quattro superfici, perché le ATP Finals devono giocarsi sempre sulla stessa? Tenendo conto che il Sud America sta avendo una forte espansione, e che Rio de Janeriro era in lizza con Londra prima dell’ultimo rinnovo, la proposta avrebbe un senso. Ma per la politica ci sarà tempo (“Queste battaglie sono per le prossime generazioni” ha detto Nadal), allora vincere un Masters diventa una questione di principio. Mai come quest’anno si è presentato in buone condizioni a Londra e ha una gran voglia di vincere. Il 7-6 7-6 rifilato a Wawrinka, oltre a spedirlo in semifinale con un turno d’anticipo, gli assicura la leadership ATP a fine stagione. Anche per questo, dopo l’ultimo errore dello svizzero, lo abbiamo visto esultare come raramente gli capita. E’ un’impresa storica, poiché Nadal è il primo giocatore a tornare al numero 1 ATP per due volte dopo aver perso il trono. Prima di lui c’erano riusciti soltanto Ivan Lendl e Roger Federer, ma solo per una volta.
 
La partita contro Wawrinka è stata bella e interessante, decisa su pochi punti sebbene Rafa avrebbe potuto chiudere più facilmente. In entrambi i set è stato avanti di un break, ma si è fatto riprendere da un Wawrinka strepitoso, sempre più pieno di fiducia. La frase di Samuel Beckett che si è tatuato sul braccio sinistro, un invito a non mollare, a sbatterci la testa pur di non perdere la fede, gli è entrata dentro. Pur con 11 sconfitte sul groppone, senza aver vinto neanche un set, è sceso in campo con le idee e chiare e molta fiducia. Non si è disunito nemmeno quando Nadal gli ha preso un break al quinto game, continuando a picchiare con il dritto e a disegnare il campo con il rovescio. Aiutato dai rimbalzi bassi, ha a sciupato due palle break sul 3-4, ma ha effettuato l’aggancio sul 4-5 grazie a un bel dritto vincente. L’equilibrio è perdurato fino al 5-5 del tie-break, quando Nadal ha effettuato una gran difesa e ha costretto lo svizzero a tirare un rovescio in corridoio (non ne poteva più, ha preso un rischio eccessivo). Sul setpoint, Wawrinka si è presentato a rete, ma è scivolato al momento di giocare la volèe e si è difeso come ha potuto, spalancando il campo a Nadal per il passante di dritto. In molti, hanno pensato che il secondo sarebbe stato una passeggiata, simile a quanto visto a Shanghai. In effetti Rafa è salito 4-1. A quel punto, Wawrinka ha sciolto il braccio e si è riportato in parità. In effetti, sui campi indoor la difesa di Rafa è meno efficace e lo obbliga a subire più vincenti del solito. Eppure, nonostante i punti più belli li abbia giocati lo svizzero (impressionante un rovescio vincente a oltre 150 km/h), Rafa ha evitato di complicarsi la vita e si è aggiudicato anche il secondo tie-break, peraltro dopo aver annullato un setpoint con un bel punto in progressione, chiuso da uno smash.
 
Nadal chiuderà il girone contro Berdych, ma è già certo di giocare la semifinale. Il match di venerdì, dunque, gli servirà per prendere ancora più confidenza con le condizioni di gioco. “Francamente preferisco il sole, le sensazioni del gioco all’aperto – ha detto – però mi piace anche giocare indoor. Mi sembra che la pallina stia meno tempo sulle corde e ci sia più spazio per essere aggressivi. Visti i miei successi sulla terra, molti pensano che io mi trovi bene solo sul lento. Non è esattamente così, visto che ho ottenuto molto successi sul cemento rapido: ho vinto due volte Toronto, poi Cincinnati. Indian Wells non è così lento, poi la palla rimbalza alta. Onestamente mi piace giocare sul veloce, ma non è tanto una questione di rapidità della superficie: anche il tipo di palle contano molto”. Pare che la superficie del 2013 sia leggermente più lenta rispetto all’anno scorso, quando Rafa era fermo ai box, e questo potrebbe essere un vantaggio per lui in un’eventuale sfida contro Djokovic. Nel frattempo, Rafa gioisce per la corona ATP che sancisce il lieto fine dopo le tante sofferenze dell’anno scorso. In fondo, si sarebbe accontentato di molto meno.

ATP WORLD TOUR FINALS
Gruppo A
Stanislas Wawrinka (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-7 6-3
Rafael Nadal (SPA) b. David Ferrer (SPA) 6-3 6-2
Rafael Nadal (SPA) b. Stanislas Wawrinka (SUI) 7-6 7-6
David Ferrer (SPA) vs. Tomas Berdych (CZE) mercoledì alle 21