COPPA DAVIS – I fratelli Murray vincono il doppio e dimezzano lo svantaggio contro l’Argentina. Nonostante le fatiche del giorno prima, Del Potro viene schierato anche in doppio ma la scelta non paga. E pensare che l’albiceleste l’aveva rimessa in piedi dopo un inizio da incubo, però sbagliano tutto nel momento cruciale. Singolare decisivo in arrivo?

Fa quasi impressione vedere il pubblico scozzese. Sandro Ciotti ed Enrico Ameri avrebbero detto che “sa riempire uno stadio in ogni ordine di posti”. E’ successo anche per il doppio di Gran Bretagna-Argentina, fatto non così scontato dopo la scoppola del giorno prima. Ma la speranza è l’ultima a morire, anche se la Union Jack ha ultimato soltanto due rimonte da 0-2 nella sua lunga storia. I fratelli Murray sono una coppia troppo forte per pensare di mollare gli ormeggi e lasciare la finale agli argentini. E con la Emirates Arena piena fin quasi a ribollire, i fratelli vestiti di blu hanno fatto il loro dovere. Non è stato facile, contro la coppia più o meno inedita composta da Juan Martin Del Potro e Leonardo Mayer, uomo-simbolo del capitanato di Daniel Orsanic. Non l’aveva convocato per Pesaro, ma lo aveva menzionato diverse volte. Sa che su di lui può sempre contare. In effetti, a parte un primo set in cui sono stati travolti da una valanga, gli argentini hanno fatto il loro. Un doppio anomalo, fondato sulle catenate di Del Potro e i tocchi (più o meno…) eleganti di Mayer. E’ finita 6-1 3-6 6-4 6-4 e la gente di Glasgow si è assicurata una terza giornata al fulmicotone. Nel tennis non esistono certezze, però l’epilogo al quinto match sembra scontato. Andy Murray non può perdere contro l’avversario che gli metteranno davanti, chiunque esso sia. E l’ultimo match, tra Del Potro e uno tra Evans ed Edmund, sarebbe da tachicardia. “Non vedo nessuna ragione per cui Kyle o Dan non possano mettere in difficoltà Juan” aveva sussurrato Murray dopo la sconfitta di venerdì.



QUEL BREAK DI VANTAGGIO NEL TERZO SET…
Nel doppio, Jamie Murray ci ha fatto capire perché è il numero 4 nel ranking di specialità e ha vinto due Slam nel 2016. Conosce a memoria gli schemi, è perentorio nelle volèe, possiede riflessi stratosferici e – soprattutto – capisce in anticipo le intenzioni degli avversari. Se lo sfondi, o almeno lo tieni a fondocampo, diventa vulnerabile. Altrimenti è davvero un gran giocatore. Meglio lui di Andy, ma gli argentini hanno buttato via l’occasione nel terzo set. Come detto, sono stati travolti nel primo ma non si sono disuniti. D’altra parte nello staff tecnico ci sono fior di ex-doppisti: oltre a Daniel Orsanic, Sebastian Prieto e Mariano Hood. Non che Del Potro-Mayer li imitassero, ma sono migliorati al servizio e hanno capitalizzato il break ottenuto in avvio di secondo. Sul punteggio di un set pari, l’albiceleste ha ottenuto quel che voleva: metterla sulla lotta, sulla sfida punto a punto. E nella lotta, si sa, gli argentini hanno spesso una marcia in più. E quando salivano 4-3 e servizio nel terzo set, beh, la finale è parsa davvero a un passo. Invece i Murray non hanno mollato e hanno girato nuovamente il match con due break consecutivi. Avanti due set e uno, il quarto era più o meno scritto. Con Mayer al servizio sul 4-5 il break, il set e il match arrivavano puntuali. Gioia e abbracci contenuti, la strada è ancora lunga. Si riparte alle 14 per una domenica che si preannuncia di fuoco. “Lo imposible es posibile” scrivevano gli argentini sui social network dopo il 2-0 di ieri. L’impossibile dei britannici, adesso, è tornato ad essere possibile.

COPPA DAVIS – SEMIFINALE
GRAN BRETAGNA – ARGENTINA 1-2
Andy Murray-Jamie Murray (GBR) b. Juan Martin Del Potro-Leonardo Mayer (ARG) 6-1 3-6 6-4 6-4