Impressionante happening a Sophia Antipolis, sede della Patrick Mouratoglou Tennis Academy. “The Coach”, accompagnato da Serena Williams e Novak Djokovic (sbarcato in elicottero), ha ufficialmente presentato una maxi-struttura che si propone di diventare una delle più importanti del mondo. 

Mancava giusto la cavalcata delle Valchirie. Se Patrick Mouratoglou fosse stato a conoscenza del precedente milanista, siamo convinti che avrebbe approntato una colonna sonora in più. Dopo due anni di lavoro e un investimento di 75 milioni di euro, il tecnico francese, semplicemente “The Coach”, ha ufficialmente inaugurato la sua accademia a Sophia Antipolis, nei pressi di Antibes, nel cuore della Costa Azzurra e a una cinquantina di chilometri dal confine con l’Italia. L’hanno chiamato “Grand Opening” e non poteva essere altrimenti: un evento straordinario, curato nei minimi dettagli in cui Mouratoglou ha mostrato a una platea di giornalisti selezionatissimi (per l’Italia c’eravamo noi e Barbara Grassi di Sky Sport) il frutto di un lavoro incredibile. La migliore accademia del mondo? Lo diranno i risultati, ma di sicuro la Mouratoglou Tennis Academy può diventare (ammesso che non lo sia già) un punto di riferimento unico in tutto il mondo. A giudicare dalla provenienza dei ragazzini che la animano da mattina a sera (sono rappresentati ben 35 paesi), verrebbe da pensare che Patrick ci abbia visto giusto. Qualche cifra: l’impianto occupa uno spazio di 12 ettari e ben 34 campi da tennis, equamente divisi tra terra battuta e Greenset. Di questi, otto sono coperti (4 in terra e altrettanti in duro) e garantiscono la possibilità di allenarsi in ogni stagione, anche se la “French Riviera”, come amano chiamarla loro, garantisce qualcosa come 320 giorni all’anno di sole. C’è di tutto: un hotel, quattro campi di paddle, un campo di calcetto, una palestra ultra-moderna, un mini-rettilineo di atletica, un centro polisportivo e un centro medico all’avanguardia, dove si adottano sistemi di terapia e di recupero di ultimissima generazione. Non manca uno psicologo, perché la preparazione mentale viene considerata sin da giovanissimi un aspetto basilare. Poi c’è la foresteria per i ragazzi che vivono nel Centro, alternando studio a lavoro. Lo studio è fondamentale per Mouratoglou: “Vogliamo formare uomini di successo e per questo frequentano una scuola internazionale che li occupa tutta la mattina”. I migliori otterranno una borsa di studio nelle migliori accademie americane in virtù di un accordo siglato dallo stesso Mouratoglou. Già, perché la MTA è famosa soprattutto per Serena Williams e i tanti professionisti prodotti da “The Coach” (il primo è stato Marcos Baghdatis, poi sono arrivati Mathieu, Rezai, Chardy e altri ancora), ma c’è di tutto: campus per ragazzi, per adulti, il progetto USA e, ovviamente, i programmi per professionisti. I costi e tutto il resto sono segnalati, con dovizia di particolari e apprezzabile trasparenza, sul sito internet dell’Accademia.

La Cavalcata delle Valchirie, dicevamo. Fu la colonna sonora che accolse l’arrivo dei giocatori del Milan, in elicottero, presso l’Arena di Milano, il 20 febbraio 1986. Una trovata del neo-presidente Silvio Berlusconi. Qualcuno lo prese in giro (vedi il portiere juventino Stefano Tacconi), ma in pochi anni quel Milan sarebbe diventata la squadra di club più forte del mondo. Erano le 15.20 quando, su Sophia Antipolis, si è sentito un rombo. Su uno spazio attiguo alla MTA atterrava l’elicottero con Novak Djokovic, top-testimonial (insieme, ovviamente, a Serena Williams) del Grand Opening. Polo celeste, bermuda e cappellino griffato “ND”, ha trovato Mouratoglou ad attenderlo e si sono subito recati nella maxi-sala conferenze per l’attesa conferenza stampa. Per l’occasione, hanno accorpato due sale riunioni (chiamate “Australian Open” e “Roland Garros”) per aumentare la capienza. “Posso solo ringraziare Patrick per quello che sta facendo per il tennis” ha detto Djokovic, che poi aggiunto: “Bene, grazie, sono contento che tu mi abbia fatto questa domanda” in risposta a Paul Newman dell’Independent, il quale gli aveva chiesto delle sue condizioni fisiche dopo lo Us Open (si era parlato dalle possibile asportazione di qualche unghia dei piedi). “Passiamo alla domanda successiva”, ha tagliato corto il moderatore. Nulla doveva guastare il clima di allegria che ha pervaso una giornata calda e soleggiata. Dopo le dichiarazioni di rito c’è stata una breve visita guidata dell’impianto condotta da Mouratoglou, accompagnato dai due (illustri) ospiti. La sorpresa è stata l’intitolazione di due campi dell’Accademia, l’1 e il 2. Per farlo, i due hanno lasciato la propria impronta e un autografo su una targa appositamente approntata, proprio come se fossero stelle di Hollywood. Una trovata che ha divertito i presenti e, ancora di più, la cinquantina di allievi che si sono goduti la scena in prima fila. Il tutto è stato documentato dalle telecamere di Eurosport, media ufficiale dell’evento e il cui logo troneggia sui teloni di fondocampo dei vari campi. D’altra parte, tra i suoi tanti impegni, Mouratoglou cura anche la rubrica “The Coach” durante gli Slam trasmessi dall’emittente paneuropea. 




MOURATOGLOU, UN MAESTRO DI MOTIVAZIONE
Ma Mouratoglou non è bravo solo sul campo da tennis. Il coach francese è super anche nel creare gli eventi: la seconda parte della giornata è stata un vero evento glamour: Red Carpet con carrellata di vip e meno vip (limitandoci al tennis c’erano Serena Williams, Novak Djokovic, Jeremy Chardy, Grigor Dimitrov, Henri Leconte, Fabrice Santoro, Thomas Enqvist, Iva Majoli, una Dinara Safina talmente appesantita da sembrare irriconoscibile, Anastasia Myskina e Tatiana Golovin), aperitivo con centinaia di presenti, dove si mischiava l’odore di drink, stuzzichini, profumi e deodoranti che ha creato un mix olfattivo molto particolare, vista anche l’enorme affluenza. Circa 1.200 invitati, tutti elegantissimi, più i ragazzini dell’Academy che si sono goduti una serata di gala dopo tante fatiche sul campo. Sembravano appena sbarcati nel paese dei balocchi, divertitissimi, con gli occhi incantati e ben felici di flirtare tra loro. Un paio di cantanti hanno allietato l’aperitivo prima che il discorso di Mouratoglou e dei politici dessero il via alla cena e alla musica dance, sublimata dall’esibizione del notissimo DJ Bob Sinclair. Per qualche ora, il tennis è passato in secondo piano…ma per modo di dire. Ad esempio, Grigor Dimitrov si è allenato fino alle 19, tra tennis ed esercizi fisici, del tutto indifferente a quanto accadeva a poche decine di metri. Di fronte a cotanto sfarzo, qualcuno potrebbe domandarsi: “Si lavora anche, da Mouratoglou?”. Crediamo che la risposta la fornisca un aneddoto: al calar delle tenebre gli invitati mangiavano beatamente, mentre sui campi 24 e 25 (non è un modo di dire, erano davvero il 24 e il 25!), coach Olivier Tauma e un assistente lavoravano con sette ragazzini di varie età e nazionalità, da una minuta indiana a un talentuoso ragazzino con gli occhi a mandorla, passando per una “colored” dalle movenze molto simili a Sloane Stephens. Allenamento molto curioso: l’assistente li chiamava in campo come se fosse lo speaker di uno Slam, e loro dovevano entrare in campo salutando un pubblico immaginario. E poi, oltre ai punti, tanto divertimento: doppi improvvisati, fist bump, penalità corporali (leggerissime, eh!) per chi sbagliava una palla. Davvero curioso. E i ragazzi si sono divertiti da matti, oltre a impegnarsi alla morte. Mezz’ora dopo, il gruppetto è stato premiato con una sortita sul Campo Centrale, dove Bob Sinclair stava prendendo possesso della console e si sono esibiti davanti a centinaia di persone  con tanto di saluti e foto di rito con Novak e Serena. Mouratoglou insiste spesso sul concetto di “motivazione”. Va detto che sul punto è un vero maestro. E non solo in questo.