Impressionante: Nadal va a casa in poco più di due ore, annientato da un giocatore che aveva battuto 17 volte di fila. L’effetto-Vallverdu ha trasformato il 29enne ceco. E’ pronto per vincere il torneo?  Come la spieghiamo? Magari, per un giorno, lo spirito di Ivan Lendl si è incarnato in Tomas Berdych. O forse sarà l’amore, con un anello di fidanzamento che annuncia l’imminente matrimonio con la bellona Ester Satorova. Sarà quel che sarà, ma il ceco ha giocato una partita mostruosa, forse la più bella della sua carriera. Ha maciullato Rafa Nadal e trova la seconda semifinale consecutiva all’Australian Open. Nel 6-2 6-0 7-6 rifilato al maiorchino c’è stato tutto: potenza, precisione, continuità. E una solidità mentale incredibile. Per prenderlo in giro, qualche appassionato italiano lo aveva soprannominato “Perdych”. Come a dire che non era così forte sul piano mentale. Invece, stavolta, quando la sua superiorità non era più così netta, ha tirato fuori tutto quello che serviva. Nel tie-break finale ha girato sul 5-1, ma l’indomito Nadal ha ricucito i due mini-break di svantaggio. Sul 5-4, Rafa aveva a disposizione due servizi per agganciarlo e issarsi a setpoint. Tomas gli ha sparato in faccia una risposta di dritto che è una sentenza, la cassazione di un processo che aveva indizi schiaccianti sin dal primo quindici. La prova suprema, valida come un esame del DNA, era quel dritto che sembrava quasi uno smash. Due punti dopo, la giuria ha emanato il verdetto. Dopo 17 vittorie di fila, con un bilancio di 36 set su 39, ha lasciato strada al ceco. Che ha evitato per un soffio la più lunga serie negativa dell'Era Open contro lo stesso avversario (si erano fermati a 17 anche Borg con Gerulaitis, Lendl con Mayotte e sempre Lendl con Connors). A inizio torneo, una vittoria di Tomas era data a 60. Oggi vale 9. Giocando 100 euro su di lui al momento giusto, e puntandogli contro oggi, si guadagnerebbe già un bel gruzzolo.
 
ASPIRANTE NEW SLAMMER
Berdych ha martellato sin dall’inizio. Game dopo game, la fiducia cresceva. La chiave è stata un servizio micidiale: dieci ace, nessun doppio fallo e una grande efficacia con la prima palla (82%). Certezze assolute, che gli hanno consentito di giocare alla grande le uniche quattro palle break concesse. In particolare, sul 4-4 al terzo ne ha fronteggiate due delicatissime. Rafa avrebbe servito sul 5-4, e allora chissà…invece le ha cancellate con una seconda vincente (!) e un ace. Roba da campioni. Tomas chiuderà con un bilancio di 46 colpi vincenti e 21 errori gratuiti. Nadal, da par suo, non ha neanche giocato malissimo (24 vincenti e 26 errori), ma è stato nullo sulla seconda palla (o era Berdych ad essere super in risposta?). Tenendo conto che nei primi due set non è esistito, i suoi numeri non sono così tragici. D’altra parte l’aveva detto: “Non vincerò l’Australian Open”. Qualcuno pensava che fosse pretattica, invece diceva sul serio. E Melbourne si conferma lo Slam più difficile: vanta “solo” una vittoria e una finale, ed è l’unico dove ha un bilancio negativo con i top-10 (5 vittorie e 7 sconfitte). Lo vedremo tornare a vincere, magari a Monte Carlo, oppure sul cemento americano di marzo, ma oggi era il giorno di Berdych. E lo sarebbe stato anche se Rafa non avesse avuto qualche piccolo problema alla coscia destra. E’ stato il giorno di un 29enne che ha trovato la piena maturità e un coach più giovane di lui che gli ha dato la carica giusta, i consigli corretti, gli stimoli vincenti. E adesso c’è anche lui nella lista degli aspiranti New Slammers. Si pensava che la sua generazione fosse ormai sconfitta, ingoiata dai fenomeni. Invece no, forse c’è ancora spazio. E se in semifinale dovesse affrontare Murray, chi meglio di Dani Vallverdu potrebbe consigliarlo?
 
AUSTRALIAN OPEN 2015
Quarti di finale UOMINI

Tomas Berdych (CZE) b. Rafael Nadal (SPA) 6-2 6-0 7-6