Torna l’autunno e torna TennisBest Podcast. Per farci perdonare l’intermittenza, una puntata piena di contenuti e riflessioni. Il primo blocco è interamente dedicato alle vicende dello Us Open, dal successo di Wawrinka all’addio al Louis Armstrong. Il secondo è dedicato al tennis azzurro, sia a New York che per quanto riguarda le vicende di politica federale, con la rielezione di Angelo Binaghi. Tante idee e suggerimenti.
Lo Us Open degli italiani e la rielezione di Binaghi (con tante riflessioni, idee e suggerimenti)
PRIMO BLOCCO – Vi raccontiamo lo Us Open con chi ha commentato in TV i match più importanti (Jacopo Lo Monaco) e chi lo ha vissuto direttamente da Flushing Meadows (Vanni Gibertini). Tocchiamo gli argomenti più “cool” del torneo. La vittoria di Stan Wawrinka, le difficoltà di Novak Djokovic (dando un’occhiata al suo angolo sembra che i problemi con la moglie Jelena siano tutt’altro che risolti…), il successo di Angelique Kerber (“E’ una numero 1 meritava ma forse non ‘vera’”, dice Jacopo) e gli acciacchi di Serena Williams. Nella seconda parte affrontiamo il discorso dei francesi, bravissimi a infilare tre giocatori nei quarti, tra cui Lucas Pouille. Sarà lui a interrompere il digiuno Slam dei galletti? Il momento più emotivo del torneo sono state le lacrime di Juan Martin Del Potro o la dismissione del mitico Louis Amrstrong? A chiudere, un analisi sul gran lavoro compiuto da Magnus Norman con Wawrinka. Lo svedese è il miglior coach in circolazione?
SECONDO BLOCCO – Un’ora di dibattito interamente dedicato all’Italia. A New York i migliori risultati sono arrivati con Roberta Vinci, splendida quartofinalista e un po’ sfortunata contro la Kerber. Se fosse stata a posto fisicamente, avrebbe potuto dire la sua. Adesso ci si domanda se deciderà di smettere o andare avanti per un’altra stagione. Tutti i pro e i contro. Tanti complimenti anche a Paolo Lorenzi, in ottima posizione per chiudere l’anno al numero 1 d’Italia (“Anche se adesso gli scadono un po’ di punti nei tornei Challenger” ricorda Jacopo). A chiudere, un lunghissimo (e speriamo interessante) dibattito sulla rielezione di Angelo Binaghi a presidente FIT. Vanni si domanda: “Quali dovrebbero essere gli scopi principali della FIT, quelli per cui dovrebbe essere valutata?”. Insieme, leggendo anche lo Statuto, cerchiamo di capire quali sono. Affrontiamo tante tematiche, sia positive che negative, sull’attuale momento e del quadriennio che va ad iniziare. Di sicuro l’aspetto più delicato riguarda il settore tecnico, dove dovrebbe esserci assoluta armonia e non divisioni. La modifica dello Statuto sull’obbligo di tessere chiunque entri in un club per fare un’ora non è piaciuta, eppure in Assemblea ci sono stati solo 12 contrari. I dati economici della FIT sono strabilianti, ma ci sentiamo di suggerire ad Angelo Binaghi di abbassare gli scogli per la candidabilità. Il suo gruppo è forte e non deve temere il confronto con eventuali candidati alternativi (Massimo Rossi non è riuscito a candidarsi).
Circa l'autore
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...