Secondo quanto rivelato dal giornalista Simon Briggs sarebbero molti i malumori all’interno dell’All England Club: si cerca anche un sostituto del direttore Ian Hewitt
Si respira aria di cambiamento all’interno dell’All England Club. Secondo quanto riportato dal giornalista del Telegraph, Simone Briggs, lo storico circolo londinese organizzatore del torneo di Wimbledon, sarebbe in estremo disordine dopo la tanto criticata scelta di bandire dalla competizione tennisti russi e bielorussi. Il comitato organizzatore, che originariamente aveva sostenuto il divieto, si sarebbe successivamente scontrato dopo aver visto la reazione del mondo alla decisione. Dissapori che avrebbero portato anche alla partenza di tre dirigenti senior su sette tra cui il direttore commerciale Gus Henderson, e il direttore immobiliare Robert Deatker. Negli ultimi giorni, si sta facendo inoltre sempre più pressione affinché l’attuale presidente dell’All England Club, Ian Hewitt, lasci il suo posto. Per sostituirlo sarebbe già pronto il nome di Debbie Jevans, ex direttrice dello sport alle Olimpiadi di Londra 2012, alla quale mancherebbe però la giusta leadership.
Altro argomento di discussione sarebbe il campo da golf. Nel 2018, l’All England Lawn Tennis and Croquet Club aveva infatti speso 65 milioni di sterline per annettere il vicino Wimbledon Park Golf Club. Il club aveva inizialmente sperato di ottenere l’approvazione per i propri piani di sviluppo lo scorso anno, ma la reazione della comunità era stata più ostile del previsto.
Ad accomunare queste due problematiche, sempre secondo Briggs, sarebbe la mancanza di una diplomazia intelligente o efficace: “Pensano di poter fare quello che vogliono e che tutti gli altri debbano sopportarlo” – è quanto dichiara il dipendente di uno Slam rivale.
Prima che il mandato di Hewitt si concluda nel 2024, l’assemblea generale approverà un vicepresidente che subentrerà la prossima estate, limitando così l’influenza dell’attuale direttore in questi ultimi mesi.
Tim Henman, uno dei tre ex giocatori del comitato, ha preso in considerazione la possibilità di candidarsi per il ruolo di presidente. Ciò che rende la sua assunzione ancora più difficile è il fatto che la presidenza è un ruolo non retribuito, nonostante richieda un impegno di 200 giorni all’anno. “Hai membri del club che bussano continuamente alla tua porta e vogliono passare ore a discutere le minuzie del codice di abbigliamento. Non è qualcosa che un ex atleta è abituato a sopportare” – ha sottolineato un membro del club.
I prossimi giorni saranno dunque decisivi per capire cosa succederà all’interno del club che fu fondato nel 1868.