Lo scozzese puntualizza come sia necessario accorciare i tempi tra le partite per non finire di giocare col tetto chiuso

Dopo la finale persa a Stoccarda per mano di Matteo Berrettini, Andy Murray è tornato al successo. Lo scozzese, già vincitore a Wimbledon nel 2013 e nel 2016, all’esordio nella 135ª edizione dei Championships, ha sconfitto in 2 ore e 50 minuti l’australiano James Duckworth con lo score di 4-6 6-3 6-2 6-4 e conquistato l’accesso al secondo turno, dove se la vedrà con John Isner.

Nella conferenza stampa post-partita però, dopo aver commentato la sua prestazione, Murray ha voluto soffermarsi su una questione importante: “Le condizioni cambiano radicalmente, quindi penso che dovremmo trovare un modo per finire prima le partite, senza la necessità di dover coprire il campo. Preferisco giocare all’aperto ed è difficile fare una pausa di 12 minuti per chiudere il tetto – ha dichiarato l’ex numero 1 del mondo, sulla copertura del Campo Centrale nella sessione serale, necessaria per consentire l’uso delle luci artificiali -. Non mi è piaciuto nemmeno il fatto che la giornata sia stata ritardata di mezz’ora sul Campo Centrale e che le interviste siano state introdotte a bordocampo. Poi, passa tempo tra una partita e l’altra” – ha concluso Murray.