Il serbo torna a giocare uno slam, ma pone l’accento sulle inattese problematiche della quarantena
Viktor Troicki, come tanti altri dei protagonisti dei prossimi Australian Open, è relegato in quarantena a causa delle positività riscontrate in alcuni dei voli charter atterrati a Melbourne. “Se l’avessi saputo prima, non sarei venuto“. Ha tuonato sulle pagine di Sportski Zurnal, quotidiano sportivo serbo che lo ha intervistato a poche settimane dal torneo. Troicki ha staccato il pass per il primo slam dell’anno passando per le qualificazioni di Doha, ma il lavoro invernale che lo ha portato in Australia è oggi rovinato: “Quello che sto vivendo è un orrore. Quattordici giorni senza potermi allenare rovinano totalmente la mia preparazione al torneo, non posso essere pronto per giocare al meglio dei cinque set – spiega l’atleta che capitanerà la squadra serba di ATP Cup – Non ci era stato detto che se uno sul nostro volo fosse risultato positivo, avremmo tutti dovuto fare una quarantena più rigida. Quindi i patti iniziali non sono stati rispettati”. L’atleta scenderà in campo, ma è convinto che per ritrovare la forma fisica ci vorrà diverso tempo: “Per ritornare al massimo della forma mi ci vorrà almeno un mese e mezzo, tutto questo sta rovinando la mia carriera“.