Victoria Azarenka, che ben ha iniziato la sua campagna nel WTA 1000 di Madrid, ha espresso con fermezza la propria opinione sulle guerra russo-ucraina e sull’esclusione di tutti gli atleti russi e bielorussi dall’edizione 2022 di Wimbledon
Victoria Azarenka è una delle voci più influenti del tennis femminile e non solo perché è un membro del WTA Players’ Council. Stiamo parlando, infatti, di una vera e propria leggenda del nostro sport, capace di essere numero 1 del mondo per 51 settimane, raggiungere 5 finali del Grande Slam (vicendone 2) e fregiarsi della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 2012. La tennista bielorussa, come ben noto, è stata esclusa da Wimbledon insieme a tutti i suoi connazionali e ai russi, provvedimento preso dai vertici del tennis britannico in seguito all’invasione, da parte delle truppe di Vladimir Putin, dei confini ucraini. Attualmente numero 17 della classifica mondiale, la due volte finalista del WTA 1000 di Madrid ha iniziato con il piede giusto la sua campagna nel prestigioso torneo iberico, sconfiggendo l’ostica e imprevedibile Viktorija Golubic con il punteggio di 7-6 6-3. Intervistata in conferenza stampa, però, i giornalisti non hanno dato molto peso a uno qualunque dei suoi 510 successi della carriera e hanno preferito chiederle un parere sulla decisione che le impedirà di competere nel terzo Slam dell’anno.
“Ho effettuato una chiamata lunga due ore con i vertici della LTA e del torneo di Wimbledon – ha rivelato, a tal proposito, la nativa di Minsk –, nella quale eravamo presenti io e tutte le altre rappresentanti del Players’ Council. È stato bello poter confrontarci con loro, fare domande, capire i loro punti di vista ed esprimere la nostra visione delle cose. Sinceramente, non condiviso la loro presa di posizione, la trovo inutile e ingiusta nei confronti di noi atleti che lavoriamo ogni giorno per presentarci al meglio alle più importanti manifestazioni della stagione. Voglio esserci a Wimbledon: ho più volte espresso con fermezza il mio parere, non sono d’accordo con la guerra, né mai potrò esserlo. Non c’è mai giustificazione alla violenza di ogni genere nei confronti di chiunque. Spero che la WTA possa fare qualcosa per rendere la posizione britannica in merito alla nostra condizione di atleti meno dura”.