Al primo turno del WTA 1000 di Dubai, Victoria Azarenka ha battuto Anastasia Pavlyuchenkova con il punteggio di 6-3 7-5 e, nella conferenza stampa post partita, si è espressa su diverse tematiche inerenti il suo tennis e non solo

Victoria Azarenka ha iniziato la sua stagione in maniera del tutto positiva: la bielorussa ha, infatti, raggiunto la semifinale agli Australian Open ed è tornata ad occupare un posto tra le prime 15 tenniste del mondo, ranking che le permette di avere una testa di serie anche nei super competitivi tabelloni dei WTA 1000. Al primo turno del WTA 1000 di Dubai, l’ex numero 1 del mondo ha battuto Anastasia Pavlyuchenkova con il punteggio di 6-3 7-5 e, nella conferenza stampa post partita, si è espressa su quelle che sono le sensazioni provate ogni giorno prima di un match competitivo come quello portato a casa poche ore prima. “Ad essere onesta, sono sempre nervosa ed eccitata quando scendo in campo – ha affermato Vika –, anche se ovviamente le cose sono cambiate rispetto a quando avevo 20 anni, vedo tutto con una prospettiva diversa. Ho un figlio adesso, spero di essere più matura, provo emozioni differenti. Ma per quanto concerne le sensazioni che mi provoca lo scendere in campo, sono rimasti quel nervosismo e quell’eccitazione che contraddistinguono tutti noi. Non fosse così, non sarei ancora qui”.

Azarenka è anche una donna molto attiva nella politica del tennis e lo ha dimostrato attraverso una specie di arriga rivolta, sempre nel corso della conferenza, contro le menti più conservative. “Vorrei vedere tante cose cambiare nel tennis, anche se l’avere a che fare con tanti organi di governo differenti non aiuta il processo. Abbiamo anche tante persone che, con il dovuto rispetto, sono un po’ anziane e non riescono ad avere una buona prospettiva futura. Credo che dovremmo essere più uniti nello sport, i tennisti devono essere più coinvolti nelle decisioni, ma capisco che ogni cosa ha i suoi tempi. È molto difficile modificare qualcosa che ha funzionato per così tanto tempo o rompere con le tradizioni, ma credo che il tennis necessiti di diventare più rapido, con una programmazione più snella. Le potenzialità sono enormi, abbiamo solo bisogno di persone che abbiano voglia di assumersi qualche rischio e portare il tennis fuori dalla sua bolla”.

La due volte campionessa Slam si sta anche spendendo per fare in modo che si torni ad avere una location prestabilita per le WTA Finals, evento che sta patendo ancora della diffida data dalla WTA alla Cina, nazione che ospitava il torneo fino al 2019. “Per quest’anno, abbiamo bisogno di una location degna di ospitare le WTA Finals. Gli scorsi due anni ci sono stati annunci frettolosi, con poco tempo disponibile per promuovere l’evento e questo non è stato un bene a mio modo di vedere, ha penalizzato la manifestazione. L’edizione di Guadalajara fu molto bella, il pubblico è stato molto caldo e partecipe. Il pubblico è la cosa più importante per noi, quindi dobbiamo scegliere una bella locatione e dobbiamo farlo per tempo, in modo tale che ci sia la possibilità di muoversi bene dal punto di vista del marketing. Magari le giocatrici non se ne accorgono perché, così eccitate dall’idea di partecipare, non pensano alla questione organizzativa e tutto il resto. Ad oggi non abbiamo ancora un posto scelto ufficialmente per il 2023: si potrebbe tornare in Cina, ma non è sicuro. Non dirò di più perché ne sono impossibilitata, ma vi assicuro che se ne sta parlando molto al momento”.

Un inizio di stagione positivo, soprattutto alla luce di quanto fatto agli Australian Open, anche se a Doha è arrivata una sconfitta amara contro Belinda Bencic, nel quale la bielorussa non ha convertito un vantaggio di 6-1 4-1. “Sento di star giocando bene, anche a Doha credo che le mie prestazioni siano state positive. Non ho portato a casa la partita contro Bencic, ma lei è fortissima e in questo momento ha un livello di fiducia eccezionale. È chiaro che, sebbene la parte razionale di me sia soddisfatta, c’è la parte competitiva di me stessa che è ancora arrabbiata per quella sconfitta, ma la stagione è lunga e spero di potermi togliere tante soddisfazioni”.

Ritiro in vista? L’attuale numero 14 del mondo non ha nemmeno voglia di pensarci. “Certo che ho pensato al ritiro, precisamente l’ho fatto durante la pausa Covid, prima che ad agosto 2020 ottenessi quei bellissimi risultati [titolo al WTA 1000 di Cincinnati, finale agli US Open]. Devo, però, dire che noto troppa speculazione sul ritiro dei tennisti che ormai fanno parte di una vecchia generazione, come me, salvo poi rimpiangerli quando smettono di giocare. Allora dico: godiamoci gli ultimi anni di questi giocatori più anziani nel circuito, poi saranno loro a farvi sapere quando sarà giunto il momento di dire basta, stop. Ci sono troppe domande, troppe speculazioni su questo argomento”.