Entra nel vivo la corsa verso le Next Gen ATP Finals, che per la prima volta potrebbero accogliere due giocatori azzurri. Ipotizzando l’assenza di Sinner ci sarebbe comunque Musetti, ma non è tutto: attualmente Francesco Passaro occupa l’ultimo posto utile, e sono tanti gli azzurri ad avere ancora una chance
Musetti può essere la star dell’edizione 2022
Nel 2021 ci sono stati per la prima volta due italiani in gara nella stessa edizione delle Nitto ATP Finals, record coinciso con la prima storica edizione del Master giocata a Torino. Dando uno sguardo alla Race attuale il bis di Matteo Berrettini e Jannik Sinner pare piuttosto improbabile, ma dove non sembrano in grado di arrivare i grandi potrebbero arrivare i giovani, alle Next Gen ATP Finals di Milano. Come da tradizione, l’evento dell’Allianz Cloud si giocherà nella settimana antecedente a quello del PalaAlpitour, e come entra nel vivo la Race to Turin lo fa anche quella che porterà in Lombardia i migliori under 21 del mondo. Attualmente, i due giocatori già qualificati di diritto sono Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, i vincitori delle ultime due edizioni, anche se è da mettere in conto un loro probabile forfait: il primo perché impegnato la settimana seguente a Torino, nelle Finals delle star, l’altoatesino perché ormai parte integrante dell’èlite del circuito, quindi difficilmente sarà interessato a un evento che regala tanti soldi ma zero punti. Volendo escludere i due, il primo potenziale protagonista sarebbe Lorenzo Musetti, che lo scorso anno a Milano non riuscì a superare la fase a gironi, ma con dodici mesi di esperienza in più potrebbe ripresentarsi da grande favorito, con l’obiettivo di seguire le orme di Sinner e Alcaraz, entrati rapidamente fra i primi 10 della classifica mondiale dopo il successo fra i Next Gen. Alle spalle di Lorenzo il danese Holger Rune, un altro che nel 2021 non riuscì a superare i round robin, ma per il quale vale lo stesso discorso di Musetti: quest’anno è cresciuto tanto, ha vinto il suo primo titolo ATP e a Milano può puntare al colpaccio.
Al quinto posto della Race c’è il britannico Jack Draper, prossimo alla prima partecipazione alle Next Gen ATP Finals, all’ultima occasione utile visto che è fra i nati nel 2001. Il mancino inglese ha iniziato la stagione raccogliendo risultati su risultati nei Challenger, e una volta passato a tempo pieno nel Tour maggiore ha dimostrato di poterci stare con agio, battendo un paio di top-10, iniziando a farsi vedere negli appuntamenti che contano (quarti a Montreal) e salendo fino al numero 50 del ranking. In virtù del recente titolo nella sua San Diego, il primo in carriera, si è praticamente garantito la qualificazione anche lo statunitense Brandon Nakashima, che nella seconda parte di stagione – da Parigi in poi – ha raccolto tantissimi punti. Anche il 21enne californiano, allenato da una vecchia conoscenza del nostro sistema federale come Eduardo Infantino, ha già giocato a Milano dodici mesi fa, raggiungendo la semifinale prima di cedere a Sebastian Korda. Sembrano destinati alla prima apparizione all’ex Palalido, invece, Jiri Lehecka, il ventenne ceco che a inizio stagione riuscì ad arrivare in semifinale sul veloce di Rotterdam dopo essere partito dalle qualificazioni (anche se da lì in avanti non ha fatto vedere granché), e il taiwanese Chun-Hsin Tseng, entrato fra i primi 100 del ranking ATP grazie a una serie di risultati a livello Challenger. Nel Tour ha ancora tutto da dimostrare, ma col suo tennis giocato a mo’ di ping pong ha le armi per fare strada, magari partendo proprio da un risultato importante a Milano.
Passaro e gli altri: sei italiani in lizza per gli ultimi posti
Detto di Musetti, che in caso di partecipazione diventerebbe l’assoluto protagonista, il toscano sembra destinato a non trovarsi a Milano da solo, perché fra la nona e la quindicesima posizione della Race ci sono la bellezza di cinque giocatori italiani, tutti racchiusi in poco più di 150 punti. Il più avanti di tutti è Francesco Passaro, numero 9 della classifica con un bottino di 441 punti. Sono una cinquantina in meno di Tseng e oltre 160 in meno rispetto a Lehecka, quindi a meno di grandi risultati nelle poche settimane di tornei che rimangono, è improbabile che il tennista umbro possa salire granché. Ma ipotizzando (almeno) un paio di forfait da parte di coloro che lo precedono, l’attuale nono posto potrebbe bastare per garantirgli un posto all’Allianz Cloud, come ciliegina sulla torta di una stagione che l’ha visto passare dal numero 605 al numero 122, cambiando completamente dimensione alle sue ambizioni. A gennaio pensare di trovarlo in lotta per un posto alle Next Gen ATP Finals sarebbe stato follia, mentre oggi è così vicino da dover credere nell’obiettivo. Il margine sullo svizzero Dominic Stricker che lo segue è di una cinquantina di punti: non sono pochissimi (considerando che entrambi frequentano soprattutto i tornei Challenger), ma nemmeno sufficienti da garantirgli chissà quale sicurezza. Significa che raccogliere punti nelle prossime settimane, magari approfittando dei due tornei ATP in Italia, non sarebbe affatto una cattiva idea.
Detto di Stricker, alle sue spalle c’è l’austriaco Filip Misolic, poi quattro azzurri uno via l’altro: Giulio Zeppieri, Luca Nardi, Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli. Senza dimenticare – al numero 17 – Francesco Maestrelli, reduce dall’esperienza da sparring partner della nazionale in occasione del girone di Coppa Davis giocato a Bologna. Sono tutti racchiusi in una cinquantina di punti, segno che le posizioni possono cambiare rapidamente. Volendo ipotizzare il decimo posto della Race come ultimo utile per la qualificazione (potrebbe peggiorare, difficilmente migliorare), l’inseguimento della pattuglia azzurra è da fare su Stricker. Zeppieri potrebbe superarlo già questa settimana, in caso di vittoria nel Challenger di Lisbona, dove ai quarti di finale affronta Filip Misolic, proprio colui che lo precede. In generale, è sicuro che non ci sarà posto per tutti gli italiani, ma l’impressione è che ognuno di loro possa avere una chance. Per costruirsela, però, serve un grande risultato come un titolo Challenger, o almeno un paio di piazzamenti nelle fasi finali. Un fattore da considerare potrebbe diventare la capacità di esprimersi sui campi rapidi, che popoleranno il calendario nelle prossime settimane. In quest’ottica, il meglio attrezzato sembra il più giovane del lotto, Luca Nardi, tredicesimo della Race con 320 punti. Questa settimana non è riuscito a superare le qualificazioni a Tel Aviv, ma avrà altre chance. Con Musetti qualificato (al netto della sua decisione in merito all’evento), Passaro a buon punto e una manciata di italiani ancora in lizza per un posto, ci sono buone possibilità di vedere l’edizione più azzurra di sempre. Un bene per il presente dell’evento, ma anche – o soprattutto – per il futuro del nostro tennis.