In condizioni di gioco davvero difficili, il numero 3 del mondo ha sconfitto Andrey Rublev per conquistare l’accesso alle semifinali degli US Open
Dopo due anni Daniil Medvedev tornerà a giocare la semifinale degli US Open. Il tennista russo, vincitore dell’edizione 2021, ha sconfitto Andrey Rublev con lo score di 6-4 6-3 6-4 dopo 2 ore e 48 minuti di gioco, al termine di un match estenuante caratterizzato dalle pesanti condizioni di gioco del primo pomeriggio newyorkese.
“Potrei parlare molto. Condizioni brutali per entrambi – ha commentato il numero 3 del mondo in conferenza stampa –. Non so se si potesse vedere attraverso la telecamera, perché stavamo sudando così tanto e usando molti asciugamani che non ho più pelle sul naso. Qui è rosso, ma è non a causa del sole perché non sono bruciato ma non ho più pelle. Ho appena visto Andrey nello spogliatoio e la sua faccia era molto rossa, e non era a causa del sole quindi immagino sia la stessa cosa. Questo dice tutto, come se avessimo lasciato tutto là fuori. Il fatto è che, se si fosse andati oltre, penso che avremmo dato ancora di più in campo. Poi credo che non mi fosse rimasto niente in corpo ma se la partita fosse andata avanti avrei trovato qualcosa. E suppongo sia una cosa che definirei pericolosa, fino a che punto saremmo potuti arrivare? Forse giocare cinque set. Se le cose fossero andate bene avremmo avuto un po’ di difficoltà il giorno dopo e andrebbe tutto bene, oppure ci troveremo davanti ad una situazione come quella di Yibing Wu che è svenuto a Washington a causa del caldo. Suppongo questo sia la domanda da porsi“.
Il russo ha sottolineato: “Il fatto è che non sono sicuro di cosa si possa fare. Perché probabilmente non possiamo fermare il torneo per quattro giorni perché ci sono stati tre, quattro giorni in cui il clima è stato così brutale, perché poi praticamente si rovina tutto: TV, i biglietti, tutto. Quindi non penso che si possa seguire questa strada. Potremmo giocare al meglio dei tre set quando le condizioni sono così? Alcuni ragazzi non sarebbero felici. Perdi i primi due set e la partita è finita e tu dici: “Accidenti, volevo rimontare”. E allo stesso tempo ne parlo perché forse finirò la mia carriera e non succederà nulla e quindi parlo inutilmente, ma la domanda è che non vogliamo che succeda qualcosa e poi dire Medvedev lo ha detto un paio di anni fa. Ma non ho la soluzione, perché anche se giochiamo tutte le partite di notte magari in campi diversi, abbiamo visto Sinner-Zverev. Le condizioni non erano molto migliori del mio match con Andrey perché anche di notte a New York può essere davvero caldo e umido. Non ho soluzioni reali ma è comunque meglio parlarne un po’ prima che succeda qualcosa. E’ sempre meglio“.
E su Alcaraz: “Ciò che lo rende così difficile da battere è proprio il fatto che ha tutti i colpi nel suo arsenale. Ha energia extra rispetto agli altri giocatori. Molti giocatori, probabilmente opterei per il 97%, hanno difficoltà a colpire come vogliono la palla contro di me, come se fossi io sempre lì, in corsa, cercando di riprenderla. Lui può farlo solo perché ha questa potenza superiore, lo vediamo colpire vincenti di dritto a 100 miglia orarie o cose del genere. Alcuni giocatori, anche se ci provano, non ce la fanno. Quindi questa è una cosa che gli riesce bene nel dritto, ma ha anche il rovescio, lo slice e il dropshot. Quindi ha ogni colpo a sua disposizione durante la partita. Nel tennis, puoi sempre battere i tuoi avversari. Qualcuno ha battuto Novak. Qualcun altro ha battuto Rafa anche sulla terra battuta, cosa quasi impossibile, ma alcuni giocatori lo hanno fatto. E lo stesso vale per Carlos. Ogni volta che giocherò contro di lui voglio provare a vincere, quindi l’ho già detto una volta, devo servire meglio rispetto alle partite precedenti. Devo servire sulle linee, se necessario. Devo mettere in gioco i miei colpi e cose del genere. Ho bisogno di essere presente al 100% ed essere migliore“.