Taylor Fritz, clamorosamente eliminato al primo turno degli US Open per mano del numero 303 del mondo Brandon Holt, ha dichiarato che, alla vigilia del torneo, aveva persino pensato di poter sollevare il trofeo
Un’eliminazione a dir poco clamorosa, quella che Taylor Fritz, uno di coloro che tutti ci saremmo aspettati nella seconda settimana, ha subito per mano del suo connazionale Brandon Holt, 24enne e numero 303 del mondo, con il punteggio di 6-7 7-6 6-3 6-4. Il nativo di San Diego, testa di serie numero 10 e in piena corsa per un posto alle Nitto ATP Finals, dovrà aderso guardarsi le spalle da Cameron Norrie, Pablo Carreno Busta, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, tutti tennisti che, dovessero ottenere un buon piazzamento in quel di New York, potrebbero scavalcare il numero 1 statunitense ed entrare tra i primi 10 della Race (ricordiamo che è necessario almeno il settimo posto per garantirsi la qualificazione).
“All’inizio, nei primi due set, c’era molto vento e ho cercato di essere più aggressivo del solito, ma non riuscivo a sentire bene la palla e – ha raccontato il campione del Masters 1000 di Indian Wells – non avevo quella fiducia necessaria per provare a fare qualcosa di diverso. Con il senno del poi, avrei dovuto essere un po’ più conservativo in queste condizioni e giocare con un margine d’errore maggiore. Probabilmente il set che ho giocato peggio è stato il primo, sebbene sia stato l’unico dei quattro che sono riuscito a vincere. Nel momento in cui ho iniziato a percepire maggior feeling con la palla, si è fatta sera e il campo è diventato pesante, sentivo che non riuscivo a dare la potenza necessaria ai miei colpi, sebbene stessi provando a spingere. Fa male, mi sento male. Stavo giocando molto bene ultimamente, avevo grandi aspettative. Mi sento davvero un idiota perché ero convinto di avere qualche opportunità per vincere il titolo. Non posso scendere in campo e giocare così male: il mio livello non è stato all’altezza di un tennista dalla mia classifica”.