Stacey Allaster, Chief Executive dell’USTA ha parlato in un’intervista telefonica ad AP dei possibili scenari per lo svolgimento dello Slam americano
Si avvicina il termine di metà giugno per conoscere il destino degli Us Open ma il Chief Executive dell’USTA Stacey Allaster non si sbilancia parlando di diversi possibili scenari. “La situazione è ancora in divenire, non abbiamo ancora deciso del tutto – rivela in un’intervista telefonica ad AP – Siamo concentrati al 150% per mantenere il torneo al Billie Jean King Tennis Center nelle nostre date (dal 31 agosto, ndr). L’idea di giocare in un’altra città e in un’altra data la prendiamo in considerazione ma per ora non è la nostra priorità”.
Con la sospensione del tour sino a luglio, la cancellazione storica di Wimbledon e il Roland Garros spostato a settembre, il calendario tennistico subirà un’importante variazione qualora si riprendesse a giocare negli ultimi mesi del 2020. Tra le proposte per minimizzare il rischio di contagio in loco, l’USTA vorrebbe aggiungere spogliatoi anche nei campi indoor e migliorare la ventilazione dell’aria. Inoltre sarà consentito l’accesso a Flushing Meadows solamente in prossimità delle partite, mentre dopo gli allenamenti si dovrà subito tornare in hotel. Filtra pessimismo, invece, sulla presenza di pubblico. “Sempre meno probabile – ha confessato Lew Sherr – Non ci saranno dunque entrate per i biglietti, dell’hospitality e di una parte degli sponsor ma i restanti contratti, compresi quelli per i diritti televisivi, restano significativi dal punto di vista economico”.
Altro nodo spinoso riguarda il viaggio verso New York. L’USTA avrebbe individuato le città di Parigi, Vienna, Francoforte, Buenos Aires e Dubai come alcuni dei luoghi dai quali prendere il volo charter per il John F. Kennedy, per poi essere trasportati nel posto del torneo successivo (verosimilmente Parigi, Madrid o Roma). Inevitabile la riduzione dei team per ogni giocatore ma il torneo metterà a disposizione fisioterapista e massaggiatore per i tennisti che non potranno averli a disposizione. Gli atleti, prima di giungere a New York, dovrebbero fornire prova di un test negativo per poi sottoporsi a una serie di controlli quotidiani (misurazione della temperatura, compilazione di questionari e altri test). Non è da escludere un torneo al meglio dei tre set anche per gli uomini: “Quest’opzione è stata dibattuta. Se i giocatori credono che sia la strada migliore, allora lo prenderemo in considerazione ma non decideremo unilateralmente – ha proseguito Allaster – Negli incontri potrebbe esserci una riduzione dei giudici di linea mentre per il ruolo di raccattapalle dovrebbero esserci solo adulti”. Gli Us Open 2.0 iniziano a prendere forma.