Dopo la vittoria su Bernabe Zapata Miralles, in conferenza stampa il serbo ha detto la sua sulla regola che permetterebbe ai giocatori di parlare con i propri allenatori durante un match

Novak Djokovic ha conquistato l’accesso al terzo turno degli US Open, con la vittoria ottenuta ai danni di Bernabe Zapata Miralles per 6-4 6-1 6-1. Il serbo ha commentato così la sua prestazione in conferenza stampa: “L’inizio non è stato brillante come l’altro giorno, ma è davvero difficile giocare con così tanta umidità. Avevamo bisogno dell’asciugamano tutto il tempo, è come se l’aria non circolasse in campo. Ci ho messo un po’ per adattarmi, lui è stato solido e abbiamo avuto buoni scambi, ma sono riuscito a migliorare poco a poco e alla fine ho giocato molto bene. Si può sempre migliorare, ma sono molto soddisfatto del mio livello di gioco in questo inizio di torneo. Spero di continuare a costruire il mio tennis approfittando della fiducia che mi danno queste partite. Qui la palla è lenta e questo rende le condizioni diverse da quelle degli altri campi in cemento“. E sul prossimo avversario, che sarà Laslo Djere: “Laslo è un grande amico, penso stia vivendo uno dei momenti migliori della carriera, specialmente sul cemento che non è mai stata la sua superficie preferita. Ha un approccio al lavoro eccezionale ed è fantastico per il tennis serbo poter avere un derby al terzo turno di uno Slam“.

Djokovic ha poi risposto ad una domanda sul coaching, esprimendo la sua interessante opinione: “Se venisse introdotta la possibilità del coaching direttamente in campo oppure mediante le cuffie, io sarei favorevole. Personalmente, potermi confrontare apertamente con il mio team mi rende ancora più forte in campo, mi fornisce ulteriore consapevolezza dei miei mezzi“.