Nella cornice della Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma, è stata presentata alla stampa “Una Squadra”, la docuserie sul team di Coppa Davis del 1976
Nella cornice della Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma, è stata presentata alla stampa “Una Squadra”. La docuserie sul team di Coppa Davis di 1976 sarà trasmessa dal 14 maggio su Sky Documentaries ed esordirà con la versione anteprima al cinema nelle giornate del 2, 3 e 4 maggio. Domenico Procacci, fondatore di Fandango, ha dedicato tempo ed attenzione al trionfo del gruppo del 76 e agli anni successivi, dato che l’Italia giocherà in altre tre occasioni la finale di Coppa Davis. Protagonisti dei sei episodi della serie i giocatori ed il capitano Nicola Pietrangeli, che sono stati intervistati e hanno raccontato da differenti punti di vista le vicissitudini vissute negli anni. Pietrangeli è stato l’unico assente della giornata, come ha fatto sapere infatti ha riportato una frattura dopo un piccolo incidente domestico. Nel corso della presentazione invece hanno parlato gli ex giocatori: Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Tonino Zugarelli.
I quattro hanno parlato del passato, ma si sono concentrati anche sull’attualità, specialmente sulle domande riguardanti l’esclusione dei russi a Wimbledon. “Questa è una scelta indegna, ha senso a livello di nazionale, ma non individuale – il parere di Panatta -. Quando vado in Francia io sono italiano, ma non rappresento l’Italia. Questa è una forma di razzismo perché i giocatori non potranno svolgere il loro mestiere. Ognuno poi sul tema ha una sua sensibilità, io oggi al Foro giocherei con la maglietta giallo blu, però l’esclusione è una misura che penalizza solo chi gioca e lavora”. Ha risposto poi anche l’ex capitano di Coppa Davis Corrado Barazzutti: “Ancora una volta si chiede un passo ai giocatori, come successo nel 1976 a noi prima di giocare contro il Cile. Però come allora l’Italia aveva rapporti commericali con Pinochet, oggi ci sono rapporti con la Russia. La politica dovrebbe cominciare a rispettare il valore della coerenza”.